Roma è piena di ponti, lo sapevate? È tra le città europee che ne conta di più. Oggi andiamo alla scoperta di uno dei più noti della Capitale e delle sue origini: ponte Milvio! Chi lo ha costruito? Qual è la sua storia? Ma soprattutto, perché ponte Milvio è chiamato così? Scopriamolo.
Perché Ponte Milvio è chiamato così? Ecco la ragione
Nella Città Eterna non ci si annoia mai! C’è così tanto da vedere, visitare ed esplorare che è impossibile non rimanere affascinati da tutto ciò che ci circonda durante una gita nella Capitale.
Tante le chiese con una storia da raccontare, le fontane da scovare, alcune sono davvero particolari come la fontana dei cani, le piazze e i musei tra i più famosi del mondo. Ma la bellezza di Roma la decretano sicuramente anche i ponti e tra i più famosi non possiamo non citare il Ponte Milvio.
Quasi nessuno lo sa che è tra i più antichi della Capitale. Pensate che una sua prima menzione la fa Tito Livio nel 207 a.C parlando della storica battaglia del Metauro. Ma perché ha questo nome così particolare? La risposta è sorprendente. Il termine Milvio deriva dal latino Mulvius che secondo gli storici altro non è che il cognome della gens Mulvia che si occupò di finanziare la costruzione del ponte.
Anche nel periodo medievale era molto conosciuto ma con un nome diverso: Ponte Mollo. Questa denominazione non è casuale ma dipendeva dalla struttura instabile che assunse il ponte dopo il crollo di una delle sue arcate. Fu Papa Pio VII a commissionare la sua restaurazione apportando modifiche e migliorie strutturali. Oggi questa storica espressione continua ad essere utilizzata dai romani perché durante le inondazioni del Tevere, Ponte Milvio è il primo dei tanti che finisce sott’acqua.
Struttura, storia e leggende: tutto ciò che c’è da sapere
Il Ponte Milvio è formato da 6 arcate che si legano a delle banchine. 5 invece i piloni caratterizzati da porte ad arco che servono a far fluire l’acqua del Fiume. La struttura è in tufo e travertino, quest’ultimo utilizzato soprattutto per realizzare il rivestimento esterno.
La sua posizione è sempre stata strategica, anche nel Medioevo, poiché consentiva un rapido ingresso nella Capitale. Oggi è considerato uno dei ponti non solo più belli della Città Eterna ma anche tra quelli più romantici. Nei primi anni del 2000, giovani innamorati hanno iniziato a riempire il lampione del ponte con dei lucchetti personalizzati, come segno di buon auspicio per la loro relazione.
Ne sono stati messi così tanti che nel 2007 il lampione centrale del ponte si è distrutto. Ma la tradizione non è scomparsa: il comune ha previsto l’istallazione di alcuni pilastri con catene di ferro a cui è possibile attaccare ancora ora lucchetti in sicurezza.