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Perché l’orologio di San Pietro ha soltanto una lancetta?

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Basilica di San Pietro

La Città del Vaticano, uno stato nello stato, enclave territoriale che custodisce una serie incredibile di misteri. Questo la rende ancora più interessante, al netto delle sue bellezze artistiche e culturali uniche al mondo. Uno di questi segreti che aleggiano presso San Pietro è quello imperniato sui due orologi, posti proprio a capo della Basilica omonima. Opere di enorme valore artistico, infatti, questi due orologi hanno una caratteristica che non tutti colgono. Ebbene, segnano orari diversi. Non solo; uno dei due orologi possiede una sola lancetta, tanto che a guardarlo bene viene in mente che possa essere danneggiato. O come sia possibile che possa essere andata persa. Nulla di tutto questo. Si tratta di un orologio diverso, perlomeno rispetto a quelli a cui siamo abituati.

Gli orologi sulla facciata della Basilica di San Pietro segnano orari diversi. Uno dei due ha una sola lancetta. La spiegazione.
L’orologio con una sola lancetta, segna le ore con l’antico metodo Italico

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L’orologio con una sola lancetta di piazza San Pietro

Ha una particolare struttura, e la questione ha una spiegazione ricca di dettagli e interessante. Questi orologi, come abbiamo detto sopra, posti sulla Basilica di San Pietro sono diversi tra loro e uno ha una sola lancetta. Progettati da Valadier, segnano anche orari differenti. Il primo orologio, dotato di entrambe le lancette, è denominato Oltremontano. Segnala l’orario con il metodo francese, che è peraltro quello ad oggi più diffuso in tutto il mondo. Il secondo orologio, quello con l’unica lancetta, non è danneggiato. Segna banalmente l’orario con l’antico Metodo Italico, usato presso il nostro Paese fino alla fine del diciottesimo secolo. Questo modo di contare le ore era basato sul fatto che queste si cominciavano a contare a partire dal tramonto. Da questo momento si considerava cominciato il nuovo giorno, ed era più semplice calcolare le ore di sole che rimanevano nella giornata. Era necessario sottrarre a 24 l’orario del momento per capire quanto mancasse al tramonto. In pratica si tratta di una riminiscenza nostrana, basata sull’utilizzo di un diverso metodo di contare le ore.

Gli orologi sulla facciata della Basilica di San Pietro segnano orari diversi. Uno dei due ha una sola lancetta. La spiegazione.
L’orologio con due lancette segna l’orario col metodo Oltremontano

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Entrambi gli orologi sono targati Valadier

Orago, architetto e argentiere. Giuseppe Valadier era un genio italico già in precocissima età. Prettamente neoclassico, si dedicò allo studio dell’architettura già da bambino. Vinse a soli tredici anni il primo premio di seconda classe di architettura presso il concorso Clementino del 1775, bandito dall’Accademia di San Luca. Nella stessa accademia, da adulto, fu docente. Fu alla morte del padre che da solo dovette portare a termine la fusione dell’attuale campanone della Basilica di San Pietro. Del 1785 sono i progetti, invece, dei due orologi oggetto del nostro discorso. Hanno un diametro di circa quattro metri, con quadranti in mosaico, posizionati tra due angeli fatti in travertino. È presente la classica tiara papale e le chiavi incrociate. Queste ultime sono uno dei simboli del Vaticano e completano le due opere. Fu lo stesso architetto a scegliere la loro posizione; una cosa dettata dal gusto armonico e strutturale dell’intera piazza. La criticità era questa: la navata centrale verso la piazza poteva risultare poco armonica e schiacciata. Il posizionamento degli orologi, però, ha scongiurato questo rischio. Così la facciata è apparsa meglio valorizzata. La cupola, inoltre, appare invece slanciata. Secondo gli esperti se la posizione degli orologi fosse stata diversa, la facciata della Basilica di San Pietro non sarebbe maestosa come oggi la apprezziamo. Ad ogni modo, molti non ci crederanno, questo non è stato il lavoro più impegnativo e importante di Giuseppe Valadier. L’argentiere è celebre soprattutto per la sistemazione urbanistica di piazza del Popolo, per la quale aveva autonomamente redatto e pubblicato un progetto nel 1794. All’epoca era reduce da un’altra impresa artistica. La progettazione della prestigiosa residenza di Villa Pianciani a Spoleto dove si colgono gli elementi che caratterizzano la moderna organizzazione degli spazi urbani in rapporto a quelli naturali. 

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