Una data importante da ricordare nel territorio provinciale di Roma, è sicuramente quella legata all’8 Settembre 1943 a Frascati. Qui ci fu un pesantissimo bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale, in un’iniziativa bellica che fu condotta dalle forze degli Alleati (USA e Gran Bretagna). Tali mossa, che sullo scacchiere militare comportò morti di soldati e soprattutto civili, doveva servire a stanare una base operativa legate alle truppe tedesche.
I bombardamenti su Frascati durante l’8 Settembre 1943
Dietro il bombardamento della zona sui Castelli Romani, ci fu una precisa strategia militare. Quel giorno, nel territorio tuscolano, si festeggiava la ricorrenza religiosa legata alla Natività della Madre di Dio (la nascita della Vergine Maria). In un territorio molto attaccato alle tradizioni e la religiosità, la popolazione di quella zona venne richiamata in piazza intorno alle ore 12. Quella che doveva essere una giornata di festa all’interno di quel quadrante cittadino, presto si trasformò in una carneficina con centinaia di morti e feriti.
Sotto la Cattedrale di San Pietro a Frascati, piovvero numerose bombe con i cittadini che, in maniera inerme, non poterono fare nulla per evitare i danni provocati dalle esplosioni e soprattutto sfuggire alla morte. Una devastazione che, secondo gli Alleati, puntava a uccidere quanti più tedeschi possibile (in piazza per le celebrazioni religiosi) e magari portare verso la ritirata i nazisti da quella zona.
L’assalto statunitense su Frascati
Chi comandò quell’operazione, probabilmente voleva radere al suolo Frascati. Una mossa apparentemente disumana, ma che dimostrava come gli Alleati fossero pronti a tutti pur di neutralizzare il nemico nazista. Facendo riferimento ai libri di storia sulla vicenda, la flotta aeronautica statunitense sganciò sulla località dei Castelli Romani almeno 353 tonnellate di esplosivo. Chi visse e sopravvisse a quel momento, parla di una “pioggia di fuoco” andata in scena a partire dal mezzogiorno di quel fatidico 8 Settembre 1943.
La strategia militare per bloccare i nazisti sbarcati a Salerno
Come tutte le vicende storiche, bisogna soffermarsi con lo studio della geografia dei territori e soprattutto le logiche che coronarono determinate vicende.
Guardando alle logiche dei nazisti, dopo lo sbarco di Salerno i tedeschi spingevano per salire a Roma (all’epoca coi mezzi militari e strade perlopiù rurali o del tutto inesistenti). Il passaggio dai Castelli Romani, in chiave metodica e strategica, almeno per i generali nazisti diventava vitale. Informazioni conosciute molto bene, forse attraverso attività di spionaggio, dagli Alleati, che valutarono un bombardamento mirato – e tragico – per chiudere l’Appia e bloccarli a Sud all’altezza di Velletri (distante appena 21 km da Frascati).
Il bombardamento di Frascati e il l’armistizio
Uno dei quesiti storici più intrigati della Storia Contemporanea, sorge nell’analisi del bombardamento di Frascati e la firma dell’armistizio agli americani da parte del generale Pietro Badoglio. In tal senso, solo il lasso di tempo può spiegare le atrocità avvenute sui Castelli Romani. Gli americani aprirono un bombardamento sul territorio alle ore 12 dell’8 Settembre 1943. Il Regno d’Italia, attraverso Badoglio, annuncia l’armistizio con gli Stati Uniti alle ore 19, forse anche convinti e spinti dalla brutalità avvenuta nel territorio tuscolano. Il mistero storico, però, rimane attorno alla firma dello stesso trattato, che fonti storiche accerterebbero ben cinque prima: il 3 Settembre 1943 nei pressi di Siracusa.
L’ambiguità filo-fascista di Re Vittorio Emuele III
Se la storia confermasse la firma dell’armistizio il 3 Settembre 1943, perchè gli americani hanno ugualmente raso al suolo Frascati? Anche qui la risposta arriva con la logica degli eventi storici e quella che fu, a tutti gli effetti, una propaganda reale ambigua.
Nonostante la firma dell’accordo con gli americani, sia Vittorio Emanuele III che Pietro Badoglio fecero pervenire come l’alleanza ai tedeschi, e in questo caso il sistema nazista – fosse più salda di sempre. Dichiarazioni pubbliche che infastidirono gli americani, soprattutto nel frangente dove si ribadiva lo stato ferreo dell’alleanza italo-tedesca.
Foto: Eliana Brinati, Davide Coni e Pierluigi Di Rocco