Quel pomeriggio di Giugno del 1983, quando davanti al Senato veniva rapita una ragazzina romana cittadina dello stato Vaticano, nessuno avrebbe mai pensato che era iniziato un giallo terribile ed un intreccio internazionale che avrebbe coinvolto i servizi segreti di cinque Paesi, in un connubio torbido di malavita e alti vertici del Vaticano.
In mezzo a tutto questo, però, una famiglia fu schiacciata: la famiglia Orlandi, una famiglia come tante, devota e prolifica, che perse per sempre la sua serenità e soprattutto il loro angelo, la loro figlia e sorella.
Il libro – scritto a quattro mani da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, e dal giornalista “di nera” del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci – presentato ieri, sabato 12 Novembre, alla libreria di Roma Eur di via Cesare Pavese, vuole proprio raccontare questa tragica esperienza, quello che fu il calvario da quel giorno fino ad oggi, in un susseguirsi di depistaggi, false speranze, notizie che spesso aprivano alla speranza e che poi sempre si sono rilevate false. Pietro Orlandi, con una dignità straordinaria, mostra e mette a nudo le loro sofferenze familiari e le umiliazioni subite nella ricerca della verità; il libro apre simbolicamente la porta di casa Orlandi, a mostrare e condividere
con tutti noi quello che a loro per anni sono stati costretti a vivere da soli. Perché la teoria di Peronaci è che questa sia una vicenda simbolo di un modo di gestire il potere e gli affari di Stato che schiaccia e non tiene conto né ha pietà per i comuni cittadini. Nel libro non si fanno rivelazioni, né si dibattono teorie complottiste, c’è Ali Agca, c’è Papa Wojtila, c’è De Pedis e la banda della Magliana, ma soprattutto si sfiora delicatamente il ricordo e la nostalgia per quello che Emanuela poteva esser e non è stata, in mezzo ad un teatrino tragico di spie e prelati che hanno combattuto una battaglia bieca e piena di soldi e politica, senza ritegno e pietà per quella vita e quell’anima.
Pietro Orlandi chiede la partecipazione di tutti attraverso una petizione popolare da inviare a Papa Benedetto XVI, per chiedere un impegno nella ricerca della verità sulla fine di Emanuela. Chiunque voglia esser di appoggio può inviare una e-mail all’indirizzo petizione.emanuela@libero.it con oggetto: Petizione per Emanuela a Benedetto XVI. Nella e-mail si devono indicare i dati personali (nome, cognome, data di nascita, indirizzo) e si può esprimere un pensiero o un messaggio a Pietro Orlandi.
MAURO VALENTINI