Dalla periferia di Tor Bella Monaca, Tor Tre Teste, Tor Marancia passando per il Centro con la Torre dell’orologio o quella di Piazza Venezia, Roma è piena di edifici che puntano al cielo, sorti per difendere la città. Che si trovino a Nord o a Sud della Capitale, quasi tutte queste costruzioni hanno origini medievali e poco si sa della loro funzione originale.
Oggi se ne contano meno della metà di quelle che un tempo ospitava la Città Eterna, ma conservano ancora il loro fascino attraverso i secoli perché rievocano tempi antichi, quando i romani si barricavano nelle torri per difendersi dagli attacchi dei nemici.
Quando sorsero le Torri a Roma e a cosa servivano
Quasi tutte le torri di Roma risalgono a un’epoca medievale, tra il 900 e il 1300. Un’era in cui il potere se lo spartivano potenti famiglie nobiliari, che si contendevano intere zone di Roma per misurare il loro prestigio. Non erano esenti da queste tattiche di predominio su Roma anche le torri, seppur sorte con una finalità militare.
Erano usate principalmente come “punti di guardia”, arroccate su alture strategiche rispetto alla Campagna romana o lungo le principali vie che intersecano la città. Oggi ne sono rimaste solo 50, ma nel corso dei secoli si stimarono almeno 300 torri sul territorio romano. Molte furono danneggiate o distrutte a causa di terremoti o incendi, altre furono inglobate in palazzi rinascimentali o di età successive; la maggior parte di esse, tuttavia, fu abbattuta per volere del senatore Brancaleone degli Andalò (1258). Attualmente sono rimaste circa 50 torri a Roma, molte di esse sono situate fuori dal Centro storico, anche se nel territorio di Roma Capitale, in quella che fu la Campagna romana.
A cosa servivano le torri romane
Oltre ad avere funzione militare, le torri a Roma simboleggiavano anche il potere nobiliare. Per sfoggiare la propria ricchezza infatti, le famiglie nobili residenti a Roma decisero di erigere questi edifici di pianta circolare o quadrangolare.
Dopo il Medioevo, il territorio che circondava la Capitale era sempre più vasto e incolto, possibile preda di scorrerie e di accampamenti da parte di eserciti stranieri. Le torri assunsero perciò una funzione difensiva, erano posizionate ai confini della città per proteggere la Capitale da attacchi dei nemici e preservare il potere delle famiglie più importanti della città. Se una torre veniva abbattuta, indicava che anche il potere nobiliare di una famiglia poteva essersi indebolito. Così, a seguire, se ne costruiva un’altra.
Qual è la torre più antica di Roma?
Anche Roma ha la sua torre pendente, basta guardarla da lontano per notarne l’inclinazione: collocata sull’estremità occidentale del Quirinale e alta circa 50 metri, la Torre delle Milizia è la più imponente torre nobiliare arrivata ai nostri giorni e doveva far parte di uno dei grandi complessi fortificati di quella Roma medioevale che le guide dell’epoca descrivono come “ferrigna e turrita”.
Il suo nome deriva forse da un antico insediamento militare, un fortilizio usato come sede delle militiae Tiberinae, reggimenti barbari così chiamati dall’Imperatore d’Oriente Tiberio Costantino, o composti da milizie cittadine per difendere nel 578 d.C. la città dai Longobardi. La leggenda lega la torre alla memoria di Nerone e all’incendio che distrusse Roma, a cui l’imperatore avrebbe assistito proprio da qui, ma la sua costruzione risale con ogni probabilità agli inizi del XIII secolo per opera dei Conti di Segni.
La sua proprietà passò poi ad altre grandi famiglie romane: agli Annibaldi, ai Prefetti di Vico, a Bonifacio VIII Caetani, che ne fece un baluardo difensivo contro i Colonna che controllavano tutto il Quirinale, per tornare nuovamente ai Conti fino al Seicento. Successivamente inglobata nel Monastero di Santa Caterina da Siena a Magnanapoli, la torre venne isolata dopo il 1910 e oggi fa parte di un unico complesso con i Mercati di Traiano dai quali deriva il proprio accesso e di cui ne caratterizza il profilo.
A pianta quadrata, è composta da tre corpi sovrapposti “a cannocchiale”, cioè con una rastremazione progressiva verso l’alto. Il terremoto del 1348, che ridusse anche la vicina Torre de’ Conti quasi a un rudere, provocò la caduta del terzo piano (oggi ridotto a un moncone) e un cedimento del terreno che diede avvio al lento e inesorabile processo di inclinazione della torre.