Il 29 giugno del 1929 nasceva quella che poi sarebbe diventata una tra le più apprezzate(ma anche tra le più odiate) giornaliste del mondo: Oriana Fallaci.
Fiorentina di nascita, e di umili origini, la piccola Oriana si dimostrò da sempre amante della letteratura. Ma i suoi genitori le proibivano di leggere quei libri perchè li consideravano adatti agli adulti. Ma questo non fermò la caparbia che già la distingueva e li leggeva di notte, di nascosto da sua madre, in camera sua.
Si innamorò dapprima di Martin Eden e de Il richiamo della foresta. Ciò che l’affascinava era il senso di assoluta libertà che traspariva da quelle pagine. Un concetto, quello della libertà, unito a quello della verità, che sarà la punta di diamante di tutta la sua vita personale e professionale.
Gli anni del giornalismo
La Fallaci si avvicinò al giornalismo per compromesso o, per dirla con le sue parole, per un ripiego. Perchè lei voleva guadagnarsi da vivere scrivendo libri. Ma, all’inizio, non sarebbe stato facile, e così si diresse versa la carriera da giornalista che, insieme a quella di scrittore, (lei stessa preferiva farsi chiamare al maschile) le avrebbe permesso di farsi conoscere ed apprezzare in ogni angolo del globo.
I suoi primi passi nel mondo del giornalismo li mosse all’età di 17 anni, nel 1946, presso il Mattino dell’Italia Centrale. Ma cominciò a venir fuori il suo orientamento socialista e per questo venne cacciata da quello stesso giornale, di taglio democristiano.
Poi, andò a lavorare presso l’Epoca, diretto da suo zio Bruno, il quale però, temendo le accuse di nepotismo, la relegò sempre ad incarichi minori. Quindi, se ne andò anche da quel giornale finchè non approdò a L’Europeo, guidato da Arrigo Benedetti, dal quale ci regalò i suoi reportage più appassionati.
Ma “nascerà” come vera e propria giornalista solo quando andrà al fronte per 8 anni in Vietnam come reporter di guerra.
L’Oriana e il rapporto controverso con l’Islam
Oltre come reporter di guerra, Oriana è conosciuta e ricordata per l’avversione che nutriva verso l’Islam. La Trilogia (La Rabbia e l’Orgoglio, La Forza della Ragione, L’Apocalisse) ne evidenzia molto bene gli aspetti. Quello che maggiormente colpì la giornalista italiana era la condizione della donna nei Paesi musulmani, che contavano meno di una vacca, come lei stessa racconterà. Il filo conduttore di quei libri è l’odio, lo stesso odio che muove la guerra religiosa in atto.
Nonostante la trilogia venne apprezzata e tradotta e il suo pezzo era uno tra i più maestosi, nel 2005 venne processata a Parigi per istigazione all’odio. E sarà lo stesso Occidente che, anni dopo, ha messo alla gogna gli autori di Charlie Hebdo.
L’amore con Alexandros Panagulis
La storia che lei ebbe con il dissidente greco Alekos non è stata solo una storia d’amore, ma anche una storia di impegno morale e civile, soprattutto a seguito della morte di lui, sulla quale l’autrice scorge l’azione di una vasta cospirazione.
Il libro è stato scritto per volontà dello stesso Alekos, il quale disse alla Fallaci di scrivere un libro sulla sua stessa vita, quando sarebbe morto. E Oriana portò fede alla sua parola, riscrivendo la storia di un altro grande del suo tempo sotto forma di romanzo, rievocando l’infuocato, complicato e tempestoso rapporto con Panagulis.
Riprendendo in parte le parole usate dall’autrice possiamo affermare che il libro racconta le vicende di un uomo che si batte per degli ideali di libertà e verità e che inesorabilmente cade vittima del conformismo (il potere) e del conformismo dell’anticonformismo (l’antipotere) che in quanto tali non riconoscono l’essere umano inteso come individuo ma lo riconoscono solo come appartenente alle masse da schematizzare e indottrinare e che pertanto sono ben lontani dai concetti di libertà e verità cui spesso si fanno promulgatori.
Oriana Fallaci tra le tracce della prova di maturità
Nel 2023, per la prima volta, Oriana Fallaci è rientrata tra le tre prove a scelta della maturità. E lo ha fatto con il brano “Intervista con la storia”, 1974.
In questo libro sono racchiuse le conseguenze di momenti e fenomeni storici degni di importanza. L’anno si apre con il rifiuto del presidente Richard Nixon di consegnare il materiale utile all’indagine sullo scandalo Watergate, passa per la morte del presidente francese Georges Pompidou e il massacro all’interno di una scuola superiore palestinese di Maalot (Israele), fino alla bomba esplosa in piazza della Loggia rivendicata dall’organizzazione neofascista Ordine Nuovo.
Sono pagine, queste, che andrebbero rilette spesse volte.