MANZÙ: L’ARTE E IL TERRITORIO
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Il ventesimo anniversario della scomparsa di Giacomo Manzù verrà ricordato presso il suo stesso Museo, la Raccolta Manzù di Ardea, il prossimo 15 gennaio 2010 a partire dalle ore 16.00, con una conferenza del Professor Giancarlo Alteri dedicata alla copiosa produzione di medaglie e piccoli formati di Giacomo Manzù, con particolare attenzione al rappresentativo nucleo di proprietà della Biblioteca Apostolica Vaticana, per proseguire con l’omaggio musicale del coro polifonico “storico” della Raccolta Manzù, i Rutuli Cantores, reduci dall’avere appena celebrato, come l’artista bergamasco, il primo ventennale della loro esistenza di gruppo canoro. Si tratta, per i “cultori” di Manzù, soprattutto se del territorio, di un appuntamento particolare, celebrato annualmente all’interno della “Raccolta” con singolare intensità e commozione, a causa del profondissimo legame instaurato dallo scultore con il luogo di adozione, dove scelse di stabilirsi definitivamente a partire dalla metà degli anni sessanta, al compimento della sua più grande e celebre opera, la “Porta della Morte” di San Pietro. Pare quindi particolarmente indicato, a celebrarne la ricorrenza, l’intervento del Professor Alteri, direttore del Dipartimento Numismatco della Biblioteca Apostolica, quasi a riannodare le fila della grande empatia e della profonda amicizia che aveva legato, a cavallo tra gli anni cinquanta e i sessanta, i due bergamaschi più illustri del novecento, Papa Giovanni ventitreesimo e Giacomo Manzù, fino alla morte del primo, intervenuta nel 1963; nel 2007, inoltre, una grande selezione di opere provenienti dalla stessa Raccolta Manzù ha preso parte, presso le sedi espositive di Collezioni Numismatiche a Roma e del Museo Hermitage a San Pietroburgo, alla grande mostra dal titolo Tu Es Petrus, celebrativa dei cinquecento anni della Basilica di San Pietro, curata dallo stesso Professor Alteri. La principale causa di attaccamento dei fruitori – e, ci si augura, “conservatori”- dell’ “Ecomuseo del Lazio latino e virgiliano” di cui la Raccolta Manzù è sempre più ganglio vitale e centro di interpretazione è senz’altro costituita dal fatto che l’artista scelse di essere sepolto precisamente in “quel” luogo, dando così prova di enorme attaccamento alla terra d’adozione e d’elezione . Manzù, artista sensibile e coltissimo, coglie per intero l’incanto e l’elegia di luoghi dove mito e realtà si confondono, e se ne appropria e ne nutre la propria ispirazione artistica, così come si nutre fino alla fine della presenza e dell’appoggio della moglie Inge, ideatrice e realizzatrice della “Raccolta”. Ecco perché il “saluto” iniziale a Inge è e sarà, sempre, un “grazie”.\n\nPrevisto l’intervento di Inge Manzù, Paolo Dei Santi, Assessore alla Cultura, e Maria Pia Pagano, Assessore ai Monumenti, del Comune di Ardea. Previsto altresì, con l’occasione, un parziale riallestimento temporaneo della sezione numismatica della Raccolta, consistente in 15 medaglie in argento e in bronzo eseguite, a partire dalla metà degli anni cinquanta, in stretta connessione con le più celebri tematiche della scultura di Manzù.\n\nMarcella Cossu