Non c’è che da scegliere rispetto alla vastissima gamma di monumenti da ammirare che offre la Capitale. Abbiamo parlato di parchi, ville e paesaggi naturali. Ma a Roma è possibile ammirare anche bellissime fontane, appartenenti alle più disparate epoche storiche. Le fontane poste a decoro di diverse piazza sono numerosissime e visitarle tutte richiederebbe effettivamente molto tempo. Ne abbiamo quindi selezionato per voi alcune, secondo noi tra le più belle e che meritano una bella visita.
Colosseo, perché si chiama così?
La Fontana di Trevi
Non poteva mancare la più celebre fontana romana. È in stile barocco e si situa presso l’omonima piazza. Limitrofa al Palazzo Conti di Poli, venne commissionata nel 1732 da Papa Clemente XII. Poi fu realizzata da Nicola Salvi; la piazza da tempo cercava un’opera del genere a decoro della stessa. Talmente fu l’affanno che la si inaugurò nel 1735, ma venne concretamente terminata nel 1762 da Giuseppe Pannini. Come molti sanno è diventata vero e proprio luogo di culto per i turisti in visita nella Capitale anche grazie alle celebri scene de La Dolce Vita con Mastroianni e la Ekberg, la Fontana di Trevi è la più grande tra le fontane romane.
La Fontana della Barcaccia
È situata presso piazza di Spagna, famosissima, ai piedi della celebre scalinata di Trinità dei Monti. Fu realizzata tra il 1626 e il 1629 dal Bernini, per volere di Papa Urbano VIII. Il Barberini, all’epoca, aveva in testa un’idea riguardante un vecchio progetto del 1570, nel quale si prevedeva la costruzione di una fontana in ognuna delle principali piazze della città. Ciò anche mediante la restaurazione dell’antichissimo acquedotto dell’Acqua Vergine, l’unico ancora in funzione degli antichi acquedotti romani.
Qual è l’unico acquedotto di Roma Antica rimasto ancora in funzione?
La Fontana dei Quattro Fiumi
Siamo a piazza Navona e anche questa è un’opera barocca, di Gian Lorenzo Bernini. Bernini volle rappresentare così i quattro più grandi corsi d’acqua conosciuti all’epoca. Il Gange, il Nilo, il Danubio e il Rio de la Plata, elevati a simboli di Dio presso i continenti. Presso la stessa piazza si trovano anche la Fontana del Moro e la Fontana di Nettuno. Si narra che Bernini, al fine di prendere in giro gli astanti, si precipitò un mattino per assicurare con dello spago una criticità strutturale.
La Fontana delle Tartarughe
Si trova al rione Sant’Angelo, presso piazza Mattei. È stata costruita tra il 1581 e il 1588 fedelmente a un progetto di Giacomo Della Porta. Realizzata dallo scultore Taddeo Landini, in origine era prevista una ornamentazione con quattro efebi e otto delfini. Per problemi idraulici i delfini sono stati limitati a quattro. Una curiosità, ovviamente non corrispondente al vero, ma che farà sorridere gli appassionati di leggende. Si narra che il duca Mattei, per stupire il futuro suocero che non voleva acconsentire al matrimonio, fece costruire la fontana in una sola notte.
La Fontana dei Leoni
È esattamente al centro di piazza del Popolo e risale al XIX secolo. Infatti quest’opera è stata realizzata tra il 1814 e il 1828 da Giuseppe Valadier, l’eclettico architetto. Qui, al posto della Fontana dei Leoni c’era un’altra fontana. Al fine di armonizzare la presenza della fontana con quella del noto obelisco, Valadier realizzò dei leoni in stile egizio, dai quali vediamo sgorgare l’acqua. Presso piazza del Popolo c’è anche la Fontana della Dea Roma e la Fontana di Nettuno.
La Fontana del Tritone
A piazza Barberini ecco un’altra eccellente opera del Bernini. Anche questa commissionata dal Papa Urbano VIII, fu realizzata tra il 1642 e il 1643, al fine di decorare la piazza dirimpetto al palazzo appartenente alla famiglia del Pontefice.
La Fontana delle Naiadi
Presso piazza della Repubblica, un tempo piazza Esedra, la fontana in questione è piuttosto recente. Datata 1901 e realizzata dallo scultore Mario Rutelli, all’epoca fece scalpore per la prosperosità delle quattro ninfe che rappresenta. Al centro della vasca la rappresentazione di Glauco tiene in mano un delfino, che vuole essere il simbolo della superiorità dell’uomo sulla natura.
