Così come promesso nelle locandine illustrative, l’evento – caratterizzato dalla ricerca accurata degli Autori e dei libri – non è stato una semplice consegna di premi, bensì uno vero e proprio spettacolo culturale, nel corso del quale i personaggi premiati sono stati intervistati dai componenti della Giuria in modo talmente accattivante da rendere la serata molto più che piacevole. L’inviata del TG 1 Paola Cacianti ha intervistato Roberto Napoletano, Direttore de Il Sole 24 ORE, vincitore del premio “Giornalismo”: un dibattito attraverso il quale anche la persona più a digiuno in fatto di finanza è riuscita a cogliere risvolti inaspettati ma di una logica ineccepibile sulla crisi che attanaglia l’Italia e sulle “soluzioni” proposte dal Governo Monti. L’autore del titolo – finito addirittura sulla prima pagina del New York Times – “Fate Presto” ha spiegato in modo semplice come è riuscito ad anticipare quanto poi realmente accaduto alla nostra economia nazionale.
Michele Santoro, vincitore del premio “Giornalismo televisivo” per la trasmissione “Servizio Pubblico” è stato intervistato dal Direttore Rai Quirinale Daniela Tagliafico, che ha colto i tratti salienti del conduttore attraverso un filmato di 4 minuti nel quale si rivedevano le immagini delle famose “liti” tra Santoro e Berlusconi e tra Santoro ed Direttore Generale della Rai Mauro Masi, commentate in diretta dallo stesso pungente giornalista-conduttore.
La Tagliafico ha intervistato anche lo scrittore greco Petros Markaris, autore di numerosi romanzi, tra cui la “Trilogia della crisi” con protagonista l’ispettore Charitos: inevitabile il confronto tra la situazione economica greca e quella italiana.
Francesca Caferri, vicecaposervizio alla redazione esteri di la Repubblica, da sempre in prima linea nei Paesi arabi, è stata premiata nella sezione “Narrativa” per il suo libro “Il Paradiso ai piedi delle donne. Le donne e il futuro del mondo musulmano”. Attraverso l’intervista fatta da Marina Pallotta la Caferri ha tratteggiato le peculiarità delle donne arabe, molto diverse da quello che la TV ci mostra. Sotto il velo c’è infatti la voglia di parità, di lottare per i propri diritti, dalla ragazzina di vent’anni all’anziana di ottanta. Tutte donne vere, ritratte e raccontate nell’opera prima della giornalista fondatrice del movimento “Se non ora, quando?”.
Impressionanti e commoventi i racconti di due carcerati, tra gli autori di “Siamo noi, siamo in tanti”. Tra loro Giovanni Arcuri, protagonista del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. A nome di tutti gli autori del libro ha ritirato il premio Antonella Bolelli Ferrera, intervistata dalla scrittrice e conduttrice Cinzia Tani.
La premiazione si è conclusa con l’incredibile ironia del professor Franco Ferrarotti, precursore e pioniere della sociologia, considerato il grande padre della sociologia italiana, intervistato da Gianpiero Gamaleri. 86 anni, Ferrarotti ha dimostrato come, di fronte all’intelligenza, alla cultura ed alla voglia di essere sempre in gioco, l’età scompaia.
La giuria era composta, oltre che dai personaggi già citati, anche da Francesca Alliata Bronner, Giornalista de La Repubblica, Marco Antonellis. portavoce dell’agenzia di stampa AdnKronos, Maria Rita Parsi, Scrittrice, Psicologa e Psicoterapeuta, Laura Delli Colli, Presidente del Sindacato Giornalisti Italiani Cinematografici, Fabrizio Monaco, editore, Marcia Theophilo, antropologa e poetessa, oltre che da Luciano Onder, purtroppo assente.
Ma perché parlare del Premio Fregene a Pomezia ed Ardea? Innanzi tutto perché il nostro territorio era rappresentato da Il Corriere della Città, che ringrazia l’organizzatrice Marina Pallotta per il prestigioso invito. Poi, cosa molto più importante, perché questo evento, che nel passato ha premiato personaggi come Margherita Hack nel 2011, Toni Capuozzo, Gian Antonio Stella, Giovanni Floris, Dino Risi, Magdi Allam, Paulo Coelho e tanti, tantissimi altri grandi nomi del giornalismo e della cultura, si è svolto a pochi chilometri da noi, a Fregene, frazione di Fiumicino. E’ stato quindi naturale paragonare Torvaianica e Tor San Lorenzo a Fregene, così come Pomezia ed Ardea a Fiumicino. Il confronto ci ha visti perdenti, ma la speranza è che anche qui possano arrivare un Gino ed una Marina Pallotta, con il contributo dell’Amministrazione comunale, che riescano a far parlare di Pomezia ed Ardea nel modo in cui padre e figlia sono riusciti con Fregene, portando lustro – e turisti, quindi economia – nel nostro territorio.