Antonella Rizzo, classe ’67, è una scrittrice di grande spicco nel firmamento letterario italiano, e il 7 dicembre scorso le è stato conferito il Premio Internazionale di poesia “Aspettando il Natale”, organizzato ad Aprilia dall’Ass. L@ Nuova@ Mus@, presso il Teatro il Pidocchietto, dove è stata letta una delle sue perle “Il bacio”, che abbiamo visto letteralmente rapire il pubblico, tra cui anche l’assessore alla cultura Francesca Barbaliscia, e noi abbiamo desiderato incontrarla per conoscere di più l’autrice e il suo singolare poetare.
Antonella, ci parli delle sue origini: “Sono cresciuta nella città di Aprilia senza una una vera trasmissione delle esperienze. Spesso i nostri genitori, nel tentativo di favorire una migliore integrazione sociale, tendevano a interrompere i rapporti con la cultura di origine, quella della meravigliosa Calabria. Era un tentativo di adeguarsi a una loro idea di modernità. Invece io ho sempre percepito le radici come vive e vegete in tutta la loro forza espressiva”.
Le sue sillogi sono annunciati da titoli singolari e il tema ricorrente è la donna, la sua passione, la sua anima … “Ho al mio attivo tre lavori poetici: “Il sonno di Salomè” ed. Tracce, “Confessioni di una giovane eretica” ed. Lepisma e “Cleopatra. Divina Donna d’inferno” ed. Fusibilia. Il terzo è un prosimetro, una commistione tra prosa e poesia. Mi piace esprimermi attraverso le istanze tipicamente femminili. Le mie donne sono un concentrato di aggettivi. Scelgo quelle più controverse che rappresentano meglio la complessità dell’animo femminile. Hanno attraversato il mio immaginario e io attraverso la loro storia provando a leggerle con una prospettiva e una sensibilità di genere. Nella realtà ho conosciuto delle grandissime Donne che mi hanno insegnato l’importanza del confronto e della solidarietà, la necessità assoluta di un patrimonio culturale condiviso e partecipato. Non voglio definirmi, domani saremo già delle persone diverse….”
Si, ma come mai Cleopatra? “Cleopatra è la Donna per eccellenza. Difficilmente nella Storia ci si imbatte in una figura di un carisma simile. Provare a darle voce è stato un mio modestissimo tentativo di “restaurazione” storica e psicologica di un personaggio troppo spesso ingiustamente collocato, da cui il sottotitolo “divina donna d’Inferno”…..”.
Di recente l’abbiamo saputa impegnata nella splendida cornice storico-culturale che offre la città di Siracusa “A Siracusa ho presentato fa il libro atmosfera di grande calore. Ho avuto l’onore di parlare della mia Cleopatra al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, a Milano nello storico locale “La Liberazione” e spero di poterlo fare ancora.”
Negli ultimi mesi lei sta mettendo letteralmente in scena le sue poesie con performance teatrali, anche questo è singolare “Credo che ogni forma di espressione artistica debba uscire dal suo perimetro e contaminarsi. Mi piace la poesia performativa, agita, per questo le mie ultime esperienze cercano di diversificarsi e uscire dall’esperienza monade della scrittura statica. In questo momento sto collaborando con Maria Carla Trapani e altre poetesse in esperimenti performativi dal vivo, cortometraggi, scrittura a quattro mani.”
Il suo ultimo lavoro che titolo ha? “ Il mio ultimo lavoro è un poemetto scritto insieme a Maria Carla Trapani “Iratae” per Fusibilia edizioni che accompagna la rappresentazione scenica dove siamo entrambe protagoniste. Come se fosse un libretto d’opera, la plaquette che uscirà con il nuovo anno verrà distribuita insieme alla performance poetico-teatrale”.
Marina Cozzo