Se c’è una cosa a cui a tutti noi pensiamo spesso passeggiando per la Capitale e osservando ponti, monumenti e acquedotti è questa: perché il cemento romano era così resistente? La spiegazione è questa qua.
Architettura romana, il segreto della sua eternità
Ponti, fontane, chiese, monumenti storici e acquedotti: gli antichi romani hanno realizzato tutto ciò con il cemento e ancora oggi, mentre passeggiamo per le vie della Città Eterna possiamo notare, stupefatti, le opere grandiose costruite dagli antichi.
Ci viene spontaneo chiederci però come sia possibile che dopo secoli, con eventi atmosferici naturali e talvolta catastrofici che si sono verificati e che continuano ad accadere (piene e terremoti, per fare un esempio) essi siano ancora in piedi.
Finalmente possiamo fare luce su questa questione da secoli oggetto di dibattimenti e discussioni: è il cemento che fa la differenza. Sì, il materiale utilizzato dagli antichi romani non ha nulla a che vedere con quello con cui oggi si costruiscono case, ponti o strutture che richiedono l’utilizzo di questo collante.
Che il cemento utilizzato oggi sia diverso da quello degli antichi romani è piuttosto evidente: quante volte ascoltiamo al telegiornale dei crolli di case, palazzi o ponti che sembrano fragili come un castello di carte? Troppo spesso. Ma perché il cemento romano era invece così resistente? Ecco la spiegazione.
Perché il cemento romano era così resistente
Colosseo, Pantheon, Ponte Milvio: sono solo alcuni monumenti e strutture realizzate dagli antichi romani in cemento, che continuano dopo secoli a sopravvivere, e anche piuttosto bene ci verrebbe da aggiungere. Certo, non possiamo negare che abbiano subito lievi danni nel corso degli anni (sarebbe strano il contrario) ma nulla di così eclatante da alterarne l’assetto strutturale.
Il Colosseo è crollato a metà, per esempio, ma buona parte della struttura è ancora in piedi, così come alcune chiese o basiliche che, nonostante alcuni danneggiamenti, continuano a popolare, maestose, la Capitale. Perché questi edifici continuano a sopravvivere? Ma soprattutto, perché il cemento romano era così resistente? Questo è quanto affermano gli esperti.
Admir Masic che insegna ingegneria civile nell’Università del Massachusetts, dopo anni trascorsi a studiare il calcestruzzo utilizzato dai romani, ha capito finalmente perché è così indistruttibile. Secondo il professore, una percentuale minima di calce viva veniva impiegata dai romani quando preparavano il cemento. E sarebbe proprio la calce viva che, mescolandosi con l’acqua, reagisce conferendo calore alla miscela di calcestruzzo rendendola resistente alle fratture.
C’è infatti un dettaglio da non sottovalutare, qualcosa che chiarirebbe definitivamente l’eternità del calcestruzzo romano: grazie alla calce viva, il cemento si auto-ripara e non si rompe mai, neanche quando la struttura subisce delle sollecitazioni. Abbiamo una buona notizia: Masic è riuscito ad ottenere i permessi per introdurre questa tecnica antica utilizzata dagli antichi romani nel mondo dell’edilizia moderna.