È considerata uno dei simboli dell’arte e della cultura fiorentina, grazie ai contributi dei maggiori artisti del Rinascimento.
Sono trascorsi esattamente 600 anni da quando fu eretta quella che da appassionati ed estimatori d’arte viene considerata come “la porta più bella del mondo”. Nella culla della cultura rinascimentale, a Firenze, si trova infatti un ingresso d’eccezione, che a distanza di più di mezzo secolo incanta ancora per la sua storia e per la magnificenza della sua arte.
Porta del Battistero di Firenze: storia e lavori
La porta del Battistero di Firenze fu realizzata tra il 1403 e 1424 da Lorenzo Ghiberti. È considerata tra i capolavori dello scultore, orafo, architetto e scrittore d’arte italiano. La particolarità di questa opera d’arte consiste nel fatto che Ghiberti la adornò con i quattro Evangelisti, procedendo da sinistra verso destra, per poi aggiungere a compimento il volto di Cristo.
La porta ha un valore non solo artistico, ma soprattutto storico. L’indizione del bando di gara con cui ne furono assegnati i lavori a Ghiberti, corrisponde ufficialmente all’inizio del Rinascimento: nel 1401 persino Lorenzo Brunelleschi partecipò al bando, ma alla fine l’Arte di Calimala affidò a Lorenzo Ghiberti l’esecuzione di una seconda porta bronzea per il Battistero.
Inoltre, anche se i lavori sono accreditati a Ghiberti, si può dire che la porta del Battistero vanta la mano di quelli che si possono considerare i maggiori artisti dell’epoca, tra Donatello, Michelozzo, Masolino da Panicale, Paolo Uccello e Benozzo Gozzoli. Per la parte meridionale operò per esempio Andrea Pisano nel Trecento: quest’area è composta da 28 bassorilievi entro cornici quadrilobate.
Cosa rappresenta la parte inferiore della porta del Battistero di Firenze
Un occhio di riguardo merita poi la fascia orizzontale della porta del Battistero. La lettura della porta di Ghiberti si svolge per fasce orizzontali, che includono entrambe le ante da sinistra verso destra, partendo da quella più bassa. In questa fascia si vedono i Dottori della Chiesa, che hanno commentato gli scritti degli Evangelisti, raffigurati nella fascia superiore.
I “Dottori della Chiesa” hanno narrato la vita di Gesù, che appunto è raffigurata a partire dalla terza fascia della porta in questione, partendo dal basso. Per comprendere la narrazione, bisogna procedere per singole storie, che comunque sono narrate in via sequenziale e lineare: si parte dall’Annunciazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi, Gesù tra i dottori del tempio, il Battesimo di Cristo, le Tentazioni nel deserto, la Cacciata dei mercanti dal tempio, Gesù e gli apostoli sul lago di Tiberiade, la Trasfigurazione, la Resurrezione di Lazzaro, l’Ingresso a Gerusalemme, L’Ultima Cena, l’Orazione nell’orto, La Cattura di Cristo, la Flagellazione, Cristo davanti a Pilato, la Salita al Calvario, la Crocifissione, la Resurrezione fino alla Pentecoste.
La bellezza di questa “tavola” ad accogliere i visitatori al Battistero sta nel fatto che le cornici di ogni scena liturgica sono ornate da un’edera abitata da piccoli animali e insetti e da clipei da cui emergono teste di carattere. Un particolare saliente rivela la manifattura principale di quest’opera: basti pensare che la testa nell’angolo superiore destro del rilievo con l’Annunciazione è l’autoritratto di Lorenzo Ghiberti. Al di sopra della seconda e della terza storia di Cristo si legge la firma dell’artista: OPUS LAURENTII FLORENTINI (“Opera di Lorenzo fiorentino”). Inoltre, in corrispondenza di ciascuno dei 28 rilievi, ci sono altrettanti tondi entro cui sono raffigurate teste di leonesse ruggenti, secondo diverse pose e prospettive.