Home » Aprilia News » Cultura, una perla sempre più rara. L’intervista allo scrittore Beppe Costa spiega perchè

Cultura, una perla sempre più rara. L’intervista allo scrittore Beppe Costa spiega perchè

Pubblicato il
La cultura sembra essere sempre più un perla rara, nel nostro paese e non solo.
Lo dimostra la difficoltà di tante persona anche acculturate ad esprimersi sia oralmente che per iscritto.
Molte cose sono cambiate nei decenni di scuola da quando ancora si usava imparare a memoria le poesie, per esempio, o più semplicemente quando per passatempo o punizione si divoravano libri.
A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, abbiamo voluto intervistare Beppe Costa, scrittore di romanzi e poesie di successo, nonchè editore di Alberto Moravia, Vasquez Montalban, Bellezza, etc.
– Maestro Costa ci parli della cultura si oggi “Naturalmente questa, a volte disprezzata, cultura che è legata anche al ministero dello sport sarebbe, è, indispensabile.
L’abbrutimento di questi ultimi anni, che non riguarda solo il nostro paese, nasce proprio dal sopravvento delle altre attività e, soprattutto dalla televisione che via via ha perso quel minimo decoro in quasi tutti i canali e nella gran parte delle trasmissioni.
Inoltre questi mezzi piuttosto recenti hanno determinato anche la fine delle conversazioni, dal nonno che narrava la guerra a figli e nipoti (spesso aveva anche fatto pochi anni di elementare e a volte neanche quelli) ma nel raccontare la storia trasferiva sentimenti, motivazioni e idee ad altri.
Vale così anche per discussioni fra amici su un film o un libro: resta forse qualcosa relativo e relegato allo sport.” 
 
– Esiste questa cultura senza lettura? “Evidente che nella lettura si trova non solo il racconto del passato, le esperienze, i luoghi o i paesaggi ma perfino apprendere che ciò che capita a noi, è già accaduto e potrebbe in qualche modo proteggerci. Basti pensare a Madame Bovary di Flaubert o Le notti bianche e Delitto e Castigo di Dostoevskij. Per limitarci solo ai classici. Ma, come accennavo ci sono anche i luoghi, le opportunità o i pericoli che presentano (per questo l’utilizzo delle guide turistiche quando si viaggia sono utili), oltre naturalmente a visite a monumenti o musei.
Senza cultura credo sia impossibile vivere, intendendo per cultura anche quella del contadino che di terra e natura diventa complice ed esperto. E potresti ascoltarlo per ore imparando a non finire un mondo dove vivi ma non comprendi.”
 
 
– Che cos’è per lei un libro? “Il mio è certo un caso particolare. Ero appena un bambino quando mia madre conobbe e successivamente sposò Dante Muglia, figlio dell’editore della Real Casa che aveva pubblicato opere del Pascoli, Capuana, Momigliano e centinaia di autori di inizio secolo. Quindi, come un bambino cresce nel circo, mi sono naturalmente nutrito di libri, specie di quelli a me non adatti che andavo a scoprire di nascosto.”
 
– Dalla lettura passerei al tema della poesia: perché non si insegnano più nelle scuole? Esse erano, peraltro, un buon allenamento per la memoria, elemento base imprescindibile nello studio… “Le scuole, ad ogni ministro e a ogni riforma precipitano sempre di più. Investimenti quasi zero e le biblioteche non si forniscono più. Detto questo, se da una parte si può condannare l’imparare la poesia a memoria, anche se i giovani sono capaci di conoscere canzoni lunghissime, spesso stupide, dall’altra parte era uno stimolo a conoscere o ricordare, magari tanti anni dopo, cos’era o cos’è la poesia. Infine, su questo tema, manca soprattutto la poesia moderna e contemporanea, ciò renderebbe più interessante e forse impegnerebbe maggiorente i giovani anche diventando adulti verso questo genere, cui molti si avvicineranno successivamente senza alcuno strumento di giudizio critico.”
– La società attuale, lo spessore di essa, è migliorato, visti i progressi in tanti campi o si rivela illusoria e priva di valori? “Gli strumenti hanno consentito e consentono una maggiore velocità su tutto e le notizie arrivano nell’immediato, quello che invece si perde, come già accennato, la capacità critica, il dialogo, la discussione, anche animata: questa modernità oltretutto non sta corrispondendo con la civiltà. Un mondo che ha maggiore conoscenza e minore sensibilità verso l’arte, la cultura e le emozioni in genere che sembrano correre all’impazzata verso il nulla. Sapere quanti milioni di esseri umani vivono senza neanche l’acqua e al tempo stesso l’incapacità di risolvere questi problemi.” 
-Vuol trasmettere qualcosa agli studenti, futuri uomini e donne della società? “Leggere, studiare, non risolve certo tutte le difficoltà, ma ti aiuta ad affrontarle nel modo migliore.”
 
Conosciamo meglio il nostro ospite:

classe ’41 è un poeta, scrittore, editore libraio italiano e giornalista, membro del Movimento del Sottosuolo.

Pubblica il primo volume di poesie nel 1970 (Una poltrona comoda, Giuseppe Di Maria editore), caratterizzato, come gli altri che seguiranno, dal tema dell’amore e dall’anticonformismo.

Nel 1978 conosce il poeta Dario Bellezza col quale inizierà letture di poesia e presentazioni in giro per l’Italia, utilizzando ogni luogo sia disponibile: piazze, bar, librerie, teatri.

I successi:

Il libro Romanzo siciliano, oltre ad essere recensito dalla stampa italiana, è la prima delle sue pubblicazioni che appare recensita anche negli Stati Uniti sul World Literature Today, che narra di un intellettuale siciliano, nel suo scontro e nella sua denuncia del sud e della mafia. Partecipa inoltre al programma radiofonico di poesia di RadioRai Zenit & Nadir.

Nel 1985 lascia definitivamente la Sicilia. Due anni dopo riceve il premio  Akesineide per Fatto d’amore e Canto d’amore, nel 1989,  il premio Alfonso Gatto con la raccolta Impaginato per affetto. Il libro verrà presentato in diverse scuole,

Sue poesie sono state lette dagli attori Lina Bernarsi, Arnoldo Foà e Valeria Di Francesco e musicate, fra gli altri, da Giovanni Renzo, Nicola Alesini, Giuliano Perticara, Mario Pettenati, Gianluca Attanasio.

Nel 2014 una antologia delle poesie viene tradotta e pubblicata in Israele in lingua ebraica, israeliana e inglese, in occasione della 15ª edizione del Nissan Festival, dove viene premiato per la poesia e l’impegno alla diffusione della stessa. A fine maggio dello stesso anno Gilgamesh pubblica “La terra (non è) il cielo!”, presentata nel corso di un breve tour in Lombardia.

Inoltre, nel 1976 fonda la casa editrice Pellicanolibri, promuovendo nella sua attività di editore artisti schivi, scomodi o emarginati. 

Da un incontro con Jodorowsky, nasce l’idea di pubblicare il libro sul “Movimento Panico”, un movimento surrealista fondato dallo stesso Jodorowsky insieme a Fernando Arrabal e Roland Topor. Nel 1980 traduce e pubblica l’opera prima dello scrittore Manuel V. Montalban “Manifesto subnormale“. Sarà inoltre editore di Alberto Moravia, Dario Bellezza, Arnoldo Foà, Angelo M. Repellino.

Dal 1982 con il poeta Dario Bellezza col dà vita alla collana Inediti rari e diversicon lo scopo di segnalare autori emarginati dalla società letteraria italiana come Anna Maria Ortese.

Dal 1992 Pellicanolibri diventa una grande libreria all’estrema periferia di Roma. Qui verranno autori d’ogni parte d’Italia e non solo. Dal 2010 è curatore, per la regione Lazio, della “collana poetica itinerante” di Thauma Edizioni[10]Dal 2013 cura, insieme a Stefania Battistella, la collana Inediti rari e diversi della Seam Edizioni, traducendo anche un altro testo teatrale di Fernando Arrabal e per la prima volta in italiano le poesie di Naim Araidi[11]. Con l’autore, di nuovo in Italia, avrà una serie di incontri in scuole pubbliche e associazioni. Ristampa nel 2013 le poesie Colosseo di Dario Bellezza, (ISBN 9788881795161) già pubblicate con Pellicanolibri, contribuendo all’edizione degli Oscar Mondadori nel 2015, curata da Roberto Deidier, e l’ultima raccolta di poesie di Ferruccio Brugnaro

Marina Cozzo

Impostazioni privacy