La città di Pomezia è una delle tante città di fondazione volute da Mussolini. Venne fondata il 3 giugno 1938, ed è una delle più giovani città italiane. Il suo sviluppo è prevalentemente industriale, in quanto rispetto alle peculiarità architettoniche e culturali, siamo di fronte alle medesime caratteristiche delle cittadine mussoliniane. Torre littoria, casa della Gioventù Italiana del Littorio, ed altre costruzioni assolutamente riconoscibili in tutta Italia. Da Arborea, in Sardegna, a Latina, ogni città di fondazione segue regole precise anche rispetto alla suo piano regolatore urbano.
I dati rispetto alla popolazione
Come dicevamo, è lo sviluppo economico e industriale, quindi demografico, che ci dà la misura delle peculiarità di Pomezia. Abbiamo dati abbastanza omogenei e continuativi. A partire dalla sua fondazione i primi coloni erano veneti, friulani ed emiliani. Con l’inserimento del territorio pometino nella piattaforma di interventi statali per lo sviluppo del Mezzogiorni, si è venuta a delineare dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso una naturale tendenza ad una fortissima urbanizzazione collegata ad uno straordinario sviluppo demografico. Un ritmo di crescita di molto superiore alla media del Lazio, ma anche del resto del Paese. Due le componenti che hanno determinato il fenomeno. L’apporto numerico delle migrazioni in entrata e, appunto, l’influenza diretta dell’impatto industriale. Qui è l’industria la madre di ogni evoluzione. Basti pensare, dati Istat, che nel 1961 il comune conta una popolazione di 10587 abitanti, registrando così un incremento del 56 percento rispetto al 1951. L’età media è bassa, ma è basso anche il reddito pro capite. Il dato ci rappresenta una fascia d’età tra le più fertili, produttive e competitive dal punto di vista economico. Ciò rispecchia una tendenza che sarà costante fissa dell’andamento e dell’articolazione strutturale della sua demografia. Peraltro nel ’61 Pomezia è già un centro industriale importante con 399 imprese, 124 unità industriali locali e 1459 addetti al settore. Dobbiamo avere ben presente un fatto; i primi coloni erano dediti all’agricoltura, settore primario. Ma una comparazione col 1951 e poi con il 1961 ci offre l’evidenza di un nettissimo spostamento delle energie produttive verso il settore secondario, l’industria.
Gli anni ’70 del secolo scorso
È in questi anni che la tendenza di cui sopra si sedimenta in un fenomeno acclarato. La popolazione registrata nel censimento del 1971 è di 19040 unità, quasi il doppio rispetto a dieci anni prima. La densità è importante con 177 abitanti per chilometro quadrato. Lo sviluppo in questo senso rimane uno dei più alti dell’intera provincia di Roma, nonostante la scissione di Ardea che nel 1970 si costituisce come comune autonomo. Il nuovo incremento si spiega da una parte con la tendenza succitata, e dall’altra con l’effetto attrattivo in funzione sempre della struttura produttiva acquisita dalla zona. Le nuove evoluzioni sono riconducibili maggiormente all’incremento nei rapporti di crescita tra i Comuni compresi nella prima cintura urbana della Capitale e il resto della provincia. Secondo l’Ufficio Anagrafico del Comune di Pomezia si mette in luce l’incremento anno per anno dei residenti, assai interessante nel periodo compreso tra il ’65 e il ’70, con una media annua di 2000 domiciliati in più.
L’evoluzione industriale e demografica degli anni ’70
Nel 1971 i settori che hanno prima caratterizzato l’asse portante dell’economia del territorio lasciano spazio all’economia strettamente meccanica ed elettronica. Prima erano invece i campi del manifatturiero del legno e dell’abbigliamento a fare da padroni. C’è poi l’irruzione, come sappiamo, dell’area chimica farmaceutica e cartografica editoriale. Da questo momento, però, assistiamo ad una diminuzione (per la prima volta) del tasso di natalità. Con i primi segni di congiuntura economica negativa che investe il decennio in questione emerge una decelerazione del fenomeno migratorio. Aumentano in senso assoluto i numeri della fascia tra i 45 e 65 anni, con una brusca diminuzione dei giovani entro i 40 anni. Tuttavia Pomezia continua a possedere una situazione demografica attiva e dinamica. Segni di declino si registrano però nel ruolo attivo che Pomezia ha nei confronti della Capitale. Il comune pontino non riesce totalmente ad adeguarsi al processo di crescita territoriale in senso infrastrutturale. La qualità del rapporto di reciproca interazione con Roma si abbassa determinando un maggiore immobilismo della sua economia.