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Alla scoperta del ponte più antico di Roma

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Ponte Fabricio - www.ilcorrieredellacittà.com

Il Ponte Fabricio, noto anche come “ponte dei Quattro Capi”, o Pons Judaeorum, è uno dei ponti più iconici di Roma e sul fiume Tevere. Innanzitutto per un primato: è il ponte più antico della capitale a conservarsi ancora nella sua conformazione originaria.

Ben Misura 61,8 metri in lunghezza e 6 in larghezza che, però, non servono a collegare le sponde del fiume: il Ponte Fabricio funge da principale via di comunicazione per l’isola Tiberina, collegando l’area con la sponda a sinistra, lungotevere ‘De Cenci. Ma perché il Ponte Fabricio è tanto importante per Roma? Ripercorriamo insieme la sua storia e che ruolo svolse nella Capitale.

Ponte Fabricio, il ponte più antico di Roma

Il ponte romano meglio conservato, il Fabricio, fu costruito nel 62 a.C., in sostituzione di una più antica struttura lignea già esistente. Almeno questa è la versione più accreditata, stando agli scritti di Livio del 192 a.C., probabilmente antecedenti. Nelle quattro arcate si trovano infatti quattro iscrizioni che attestano la costruzione da parte di Lucio Fabricio, un curatore delle strade, proprio nel 62 a.C. 

Riproduzione del ponte Fabricio a cura di Piranesi - www.ilcorrieredellacittà.com
Riproduzione del ponte Fabricio a cura di Piranesi – www.ilcorrieredellacittà.com

 

Come già detto, il Ponte Fabricio era necessario per raggiungere l’isola Tiberina, dove nel 291 a.C. era stato dedicato il tempio ad Esculapio. Non a caso, il nome del costruttore è ripetuto quattro volte nelle ghiere degli archi del ponte, mentre nell’arcata di piena del pilone centrale è inciso “idemqueprobavit”, che vuol dire “egli stesso lo approvò”.

Il ponte subì anche un danno gravissimo nel 23 e 22 a.C. che ne costrinsero il restauro. Fu infatti danneggiato presumibilmente da due inondazioni: fu restaurato infatti dai consoli Marco Lollio e Quinto Lepido nel 23, come ricorda un’iscrizione più piccola sui due lati di una sola arcata. Subì poi alcuni interventi di restauro e manutenzione in età imperiale, com’è comprovato dai tipi di cementizio rinvenuti nel corso dei recenti lavori di restauro.

Il restauro del Ponte Fabricio

Tra i vari lavori a cui fu sottoposto, il Ponte Fabricio fu restaurato dal papa Eugenio IV nel 1447 e, nuovamente, nel 1679 a opera di Innocenzo XI. Quest’ultimo provvide al consolidamento della struttura e al rifacimento dei parapetti.

Ponte Fabricio - www.ilcorrieredellacittà.com
Ponte Fabricio – www.ilcorrieredellacittà.com

Alla fine dell’800, poi, furono effettuati i lavori alle sponde del fiume per la costruzione dei muraglioni e delle banchine. Gli archetti che rendono celebre questa struttura furono obliterati successivamente, oggi sono visibili due tratti delle spalle del ponte, all’altezza delle cantine del ristorante Sora Lella e dell’Antico Caffè dell’Isola. I recenti lavori di restauro, condotti in occasione del Grande Giubileo del 2000, hanno consentito di comprendere meglio la struttura interna ed esterna del ponte: il nucleo di cementizio è completamente rivestito di grandi blocchi di travertino, che pavimentano anche il piano superiore della pila nel versante a monte, mentre i piloni e i sottarchi sono costruiti in grandi blocchi di pietra gabina.

Un ponte che mise “discordia”

Una leggenda popolare racconta che il nome “Quattro Capi”, con il quale il ponte fu conosciuto dal XVI al XX secolo, sia dovuto ad una profonda discordia fra quattro architetti, che, incaricati da Sisto V del restauro del ponte, finirono per passare alle vie di fatto per futili motivi e, per questo, il Papa, alla fine dei lavori, li condannò alla decapitazione sul posto facendo però erigere, a ricordo del loro lavoro, un monumento con quattro teste in un unico blocco di marmo. Tuttavia è da notare che essendo presenti due erme quadrifronti, i volti raffigurati sarebbero otto, non quattro come vorrebbe la leggenda.

Inoltre, pochi sanno che nell’XI secolo, per la sua vicinanza al Ghetto, fu conosciuto anche come ponte dei Giudei. Nei pressi, infatti, si trova la chiesa di San Gregorio dove, durante il regno pontificio, si tenevano prediche obbligatorie per gli ebrei.

Dettagli del Ponte Fabricio

Simbolo della cultura romanesca, una delle erme del ponte Fabricio è raffigurata nel vicino monumento dedicato a Giuseppe Gioacchino Belli nel quartiere Trastevere, che mostra il poeta romanesco appoggiato al parapetto del ponte. La sua struttura è ricca e particolare.

Il ponte è costituito da due arcate a sesto ribassato, con una luce di ventiquattro metri e mezzo, poggiate su un pilone mediano con una base a forma di sperone sul lato a monte, ma con forma arrotondata verso valle. Sopra il pilone si apre un arco largo sei metri, con lo scopo di alleggerire la pressione delle acque durante le piene fluviali.

Isola Tiberina
Isola Tiberina

Alle due estremità si trovavano due piccoli archi di tre metri e mezzo di larghezza, oggi però interrati. Il nucleo interno del ponte è composto da pietra sperone in tufo, mentre l’esterno è realizzato in travertino. La parte in mattoni si riferisce a un restauro seicentesco. Si scorgono inoltre alcune erme quadrifronti, raffiguranti Giano quadrifronte, che servivano per delle balaustre probabilmente in bronzo, e che hanno motivato la denominazione moderna. Sul lato dell’isola si trova infine l’imponente Torre Caetani, che ne sorvegliava l’ingresso.

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