Ha avuto un seguito la vicenda del sequestro di materiale esplosivo avvenuto nel marzo scorso da parte degli agenti della Polizia di Stato del commissariato Fiumicino, diretto da Catello Somma. Il materiale era stato rinvenuto dal nipote in una cantina di proprietà dell’anziano nonno ormai defunto.
Le successive indagini da parte degli investigatori dopo tale rinvenimento, hanno condotto presso alcuni stabili ubicati a Civitavecchia.
Tali strutture sono risultate essere nella disponibilità di una società facente capo a tale D.G.S., 60enne del posto. Qui è sorto il sospetto potesse essere nascosto parte del materiale esplosivo rinvenuto a Fiumicino e prelevato da quest’ultimo da quella abitazione.
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Il proseguimento delle indagini
Il sospetto si è dimostrato fondato quando ieri. Gli agenti del commissariato Fiumicino in collaborazione con quelli del commissariato di Civitavecchia hanno così deciso di procedere alla perquisizione all’interno di detti stabili. Dopo aver rintracciato i due soci, il D.G.S. e R.R. 47enne di Taranto, hanno fatto ingresso nella struttura.
A quel punto, appreso quanto stavano ricercando gli agenti, spontaneamente il D.G.S. ha ammesso di aver prelevato, con l’aiuto di quattro collaboratori, parte di materiale per uso nautico/cantieristico, afferente la sua attività di lavoro subacqueo, presso una abitazione di Fiumicino, specificando di non essere a conoscenza se tra i beni ritirati ci fosse dell’esplosivo.
Alcuni dipendenti si “tradiscono”
Ascoltati alcuni dipendenti della società, tutti hanno confermato la circostanza relativa al ritiro del materiale a Fiumicino alla presenza dei due titolari della società.
In contraddizione tra di loro però, alcuni dipendenti hanno raccontato di non conoscere il contenuto delle casse altri invece hanno ammesso di sapere dell’esplosivo tanto che all’atto del ritiro, spaventati, erano stati rassicurati dai titolari che non ci sarebbero stati rischi nel trasporto.
La perquisizione: trovato altro materiale esplosivo
Durante la perquisizione presso il magazzino in uso alla società e nella effettiva disponibilità dei due soci, è stata rinvenuta una cassa in legno del tutto simile a quelle sottoposte a sequestro il 10 marzo scorso a Fiumicino. Sul posto quindi è stata fatta intervenire una squadra di artificieri e di cinofili della Polizia di Stato che, una volta sul posto, hanno constatato la presenza di esplosivo sia nella cassa che in altre parti del magazzino.
In particolare sono stati rinvenuti circa 800 detonatori di vario tipo oltre ad una bomba a mano priva di accenditore. Alcuni manufatti artigianali e materiale vario per preparazione e brillamento esplodenti. Trovati anche spezzoni di miccia e altro.
Perquisita l’abitazione del D.G.A., i poliziotti hanno rinvenuto 628 cartucce di vario calibro e kg. 2,400 di polvere da sparo. Il tutto detenuto in quantità eccedente rispetto a quello consentito al D.G.S., titolare di autorizzazione per collezioni di armi e porto di fucile uso caccia.
Le armi e le munizioni detenute dall’uomo, sono state ritirate cautelarmente. Rilevata quindi l’assenza di autorizzazione alla detenzione e all’utilizzo del materiale esplosivo, i due soci sono stati arrestati, entrambi per detenzione illegale di esplosivi.
Il primo è stato anche denunciato per detenzione abusiva di armi. Proseguono le indagini da parte degli investigatori per chiarire la dinamica dei fatti.