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Dall’Australia ai mari di Roma: il verme alieno ‘Laonome’ arriva al porto di Civitavecchia

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verme alieno a Civitavecchia

Un verme alieno proveniente dall’Australia è stato ritrovato nei fondali del mare di Roma ed è subito scattato l’allarme. Si tratta di una specie invasiva e altamente dannosa per tutto il Mar Mediterraneo. Ecco cosa dicono gli esperti del Pnr e quali potrebbero essere i rischi per la biodiversità e la salute umana.

Il verme alieno arriva al porto di Civitavecchia

Un verme alieno dal nome ‘Laonome’ è stato ritrovato vicino al porto di Civitavecchia. Si tratta di un esemplare con pigmenti e uncini molto particolari, che lo rendono subito riconoscibile. La specie è autoctona dell’Australia, ma le grandi navi che girano i mari del mondo li hanno inconsapevolmente trasportati prima in Turchia, e ora anche nel Mar Mediterraneo. I primi esemplari sono stati ritrovati il 9 maggio e hanno fatto subito scattare l’allarme: i ricercatori ne hanno cercato tutti gli esemplari scandagliando il fondale marino. Probabilmente hanno attraversato l’oceano attaccati ad una nave sotto forma di larva o uova, che si sono poi schiuse nei pressi del porto di Civitavecchia.

Cos’è il ‘Laonome’ e come è stato trovato nel mare di Roma

Il Laonome Trangularis è un verme politchete appartenente alla famiglia dei sabellidi e ha destato subito grande preoccupazione tra gli esperti. A scoprire il primo esemplare è stato avvistato dall’Arpa, insieme agli scienziati del Cnr e al Disteba: il dipartimento di sciente tecnologiche biologiche e ambientali dell’Università del Salento. Dopo il primo ritrovamento, gli esperti hanno setacciato il fondale marino delle aree circostanti fino a 22 metri di profondità, scandagliando il fondale con una fitta rete dalle maglie di appena un millimetro. La ricerca ha portato al ritrovamento di ben 9 vermi, le cui dimensioni variano dai 16 ai 19 millimetri, circa. 

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I rischi per la salute e per la biodiversità

Il Centro nazionale per la salute della biodiversità si è espresso in modo molto chiaro: la specie è invasiva e potrebbe danneggiare il già fragile equilibrio della biodiversità del Mar Mediterraneo. La pesca intensiva e lo scarico di liquami nei mari, oltre ad altre problematiche sta mettendo in serio pericolo tutta la vita presente nel mare. Ecco le dichiarazioni degli esperti: “Questi vermi possono interrompere il funzionamento degli ecosistemi marini, innescare alterazioni nelle reti trofiche acquatiche e modificare le strutture degli habitat costieri”, pertanto è necessario limitarne la diffusione.

 

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