Per la morte di Giuseppe Maggi, l’operaio morto carbonizzato nel suo camion, il 18 giugno del 2021, mentre viaggiava sull’autostrada A12 tra Tarquinia e Civitavecchia in direzione Roma, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio del datore di lavoro per omicidio colposo e violazione delle norme sulla tutela del lavoro. La prima udienza verrà celebrata il 3 giugno 2024.
L’incidente che è costato la vita all’operaio
L’operaio aveva 55 anni è lavorava per una ditta di legname. Quella maledetta mattina si trovava a bordo del camion e viaggiava in direzione della Capitale quando, secondo la ricostruzione degli agenti di Polizia stradale incaricati di svolgere le indagini utili a ricostruire la dinamica dell’incidente dalla Procura, è scoppiato uno pneumatico che gli ha fatto perdere il controllo del mezzo facendolo ribaltare. Una carambola a causa della quale Giuseppe è rimasto incastrato all’interno della cabina del camion che intanto aveva preso fuoco, ma dal quale non è riuscito a uscire.
I soccorsi di Vigili del Fuoco, 118, Polizia e Anas
Sul posto, allertati dagli automobilisti di passaggio che hanno assistito impotenti alla scena, sono accorsi i Vigili del fuoco, i sanitari del 118 e il personale dell’Anas. I soccorritori hanno, in breve, tirato fuori l’operaio dall’autoarticolato, ma purtroppo per lui non c’era già più nulla da fare: l’uomo era morto carbonizzato. Una notizia che ha fatto immediatamente il giro della città nella quale l’operaio era originario, Ferrentino, lasciando sgomenta l’intera cittadinanza, visto che l’uomo era molto conosciuto e benvoluto da tutti.
Per quella vicenda ora è il titolare della ditta di legname presso la quale Maggi lavorava da poco più di una settimana che dovrà comparire in giudizio. Sarà la magistratura a doversi pronunciare sull’eventuale responsabilità del titolare della ditta, un 30enne che intanto è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo e violazione delle norme sulla tutela del lavoro.
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