Furbetti del reddito di cittadinanza, ci risiamo. Imbarcazioni da diporto, false dichiarazioni, omessa comunicazione di dati familiari rilevanti: il tutto per accedere al sussidio statale truffando, di fatto, le casse pubbliche ma anche gli effettivi beneficiari del reddito. Otto le persone individuate dalle Fiamme Gialle tra Anzio e Civitavecchia.
A dar conto dell’operazione è stata la Guardia di Finanza che, attraverso i mezzi Aeronavali di Civitavecchia hanno analizzando i dati fiscali raccolti in mare durante gli oltre 1.600 controlli di polizia svolti dalle unità navali quest’anno. E grazie ai controlli incrociati è stato possibile scoprire gli ennesimi furbetti del reddito di cittadinanza.
Furbetti del Reddito di Cittadinanza ad Anzio e Civitavecchia
Uno stile di vita agiato ma nascosto nelle documentazioni presentate per ottenere, come se non bastasse, il reddito di cittadinanza in barba a chi ne avrebbe avuto realmente bisogno. Le posizioni fiscali degli armatori delle imbarcazioni da diporto sono state sottoposte a controlli incrociati utilizzando le banche dati informatiche a disposizione della Guardia di Finanza per verificare la corrispondenza tra le dichiarazioni tributarie presentate dai soggetti e dai loro familiari, con il tenore di vita reale.
In questa rete di controlli incrociati sono stati individuati 8 soggetti che hanno reso dichiarazioni false (D.S.U.) durante la presentazione delle domande per l’ottenimento del Reddito di Cittadinanza. Nella fattispecie sono state omesse informazioni circa il possesso di imbarcazioni da diporto, anche nell’ambito dello stesso nucleo familiare, ed in alcuni casi anche di numerose partecipazioni societarie tra coniugi.
Le verifiche (anche sui social)
Gli ultimi soggetti, in ordine di tempo, sono stati quelli individuati dalla Sezione Operativa Navale di Anzio e
dalla Stazione Navale di Civitavecchia. Ad Anzio l’indagine approfondita tramite la consultazione delle banche
dati informatiche, nei confronti dei soggetti controllati in mare, ha permesso di individuare un indebito percettore del RDC. Approfondendo la sua posizione, è stato appurato che le domande presentate dal percettore del sussidio erano irregolari perché aveva omesso di indicare, nelle dichiarazioni sostitutive uniche, rilevanti partecipazioni societarie costituenti il patrimonio mobiliare ed, inoltre, aveva omesso di comunicare la variazione occupazionale di un componente familiare relativamente ad un rapporto di lavoro intrapreso durante la percezione del sussidio. L’attività d’impresa, operante nel settore della vendita al dettaglio, svolta in forma di partecipazione dall’indebito percettore, è stata individuata grazie all’incrocio di dati presenti nelle banche dati in uso al Corpo e dalle informazioni assunte dai vari social network. Il soggetto è stato deferito alla Procura della Repubblica competente e all’INPS per il recupero delle somme indebitamente percepite, complessivamente pari ad € 45.000,00.
In barca ma con il reddito di cittadinanza
Nel secondo caso, le Fiamme Gialle Aeronavali della Stazione Navale di Civitavecchia, sottoponendo a controllo
in mare un cittadino italiano possessore di un’imbarcazione a vela con bandiera belga, hanno riscontrato che il soggetto, “mediante artifizi e raggiri“, si legge, era riuscito ad ottenere il Reddito di Cittadinanza, trasferendo la nazionalità dell’imbarcazione da italiana ad estera. I militari hanno quindi segnalato il soggetto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia che ha disposto cosi il sequestro per equivalente di due conti correnti, un autocarro e dell’imbarcazione a vela.