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Omicidio Rocca Priora, preso un quarto uomo: era scappato in Albania

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E’ stato rintracciato ed arrestato in Albania il quarto indagato per l’omicidio di Petrit Caka, l’uomo massacrato di botte e ucciso nel dicembre scorso a Rocca Priora, ai Castelli. L’uomo era riuscito a sfuggire alla cattura – a differenza delle altre tre persone ritenute complici – rifugiandosi all’estero. 

Nei giorni scorsi però la Polizia locale è riuscita ad individuarlo in una zona rurale e ad arrestarlo. A quel punto sono state avviate le procedure per la sua estradizione: la vittima, il 48enne Petrit Caka, era stato aggredito a morte dopo essere rientrato a casa. Per il suo omicidio erano già stati arrestati altre due uomini e una donna (la moglie). E adesso, con il quarto fermo, il cerchio si sarebbe chiuso. 

Omicidio Rocca Priora
Pattuglie dei Carabinieri, preso in Albania il quarto uomo accusato dell’omicidio di Petrit Caka (48)

 

Petrit Caka ucciso di botte a Rocca Priora, 

Il blitz è scattato nella notte dell’11 agosto scorso. E’ stata la Polizia Albanese ad arrestare – ai fini estradizionali – la persona che risultava indagato per l’omicidio di Petrit Caka, il 48enne morto lo scorso 13 dicembre 2022 a Rocca Priora (RM). L’uomo era attivamente ricercato in ambito internazionale dallo scorso luglio: quest’ultimo infatti è ritenuto essere uno degli esecutori materiali del grave fatto di sangue avvenuto ai Castelli e pertanto destinatario di un’ordinanza che dispone la misura della custodia cautelare in carcere (emessa dal Tribunale di Velletri); l’uomo però era riuscito a sfuggire ai Carabinieri nel luglio scorso mentre i suoi complici, due uomini e una donna come visto, erano finiti in manette. 

Le indagini

L’importante risultato investigativo è frutto del sinergico sforzo profuso dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – 2a Divisione Interpol, sotto l’egida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri. Lo rende noto il Comando Provinciale dell’Arma.

Per rintracciare il quarto destinatario della misura cautelare, si apprende, è stata imbastita una serrata attività info-investigativa che ha fornito alle Autorità Italiane gli elementi necessari all’internazionalizzazione del provvedimento cautelare e all’organo di cooperazione internazionale di polizia di capitalizzare tutte le informazioni indispensabili a dare esecuzione al provvedimento cautelare. Le attività in Albania sono state coordinate dall’Esperto per la Sicurezza della Direzione Centrale della Polizia Criminale di stanza a Tirana.

L’omicidio

La notizia dell’omicidio del 48enne, anche per le modalità con cui si era consumato (ma anche per il movente che sembrerebbe esserci dietro), aveva scosso l’intera comunità dei castelli. La ‘banda’ infatti, fingendo una rapina, aveva aggredito la vittima non appena rientrato a casa, dopo avere accompagnato i figli a scuola, massacrandolo di botte e colpendolo con un coltello alla testa, fino a farlo morire. Ad ordire il piano ci sarebbe stata la moglie, gravemente indiziata di essere la mandante dell’uxoricidio, maturato anche nel possibile alveo di annosi maltrattamenti nell’ambito familiare da lei subìti.

La donna, quindi, molto probabilmente animata da questo movente, ha coinvolto il fratello, il quale, in compagnia di un complice, il 10 dicembre aveva raggiunto l’aeroporto di Roma Fiumicino dall’Albania; tre giorni dopo i due giovani avrebbero quindi inscenato la rapina nell’abitazione di Petrit Caka, poi degenerata nel cruento omicidio. Il 48enne è stato colpito con diversi fendenti sul corpo e sulla testa con un coltello. Terminato l’omicidio, i due esecutori materiali erano riusciti a dileguarsi, rientrando in Albania il giorno stesso dell’uccisione, prendendo un aereo grazie al supporto logistico curato da un ragazzo albanese. 
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