E se la Regione Lazio diversi mesi fa aveva aperto un bando per ‘reclutare’ 36 medici nei Reparti di Pronto Soccorso della Asl Roma 6 con l’obiettivo di assumere, in realtà solo 19 professionisti si sono presentanti e solo 5 hanno accettato l’incarico. Un numero poco soddisfacente. Ed è per questo che ora nell’Ospedale dei Castelli Romani è allarme, perché presto ben 9 medici lasceranno il lavoro o verranno trasferiti. Una situazione che sembra preoccupare, e non poco, perché c’è grave carenza di organico e dopo la pandemia, che ha sconvolto ogni piano, sembra si faccia fatica a riprendersi, a rialzarsi.
Allarme nell’Ospedale dei Castelli Romani: mancano i medici
L’allarme cresce, la situazione si fa sempre più insostenibile perché tutte quelle visite mediche considerate ‘non urgenti’, che sono slittate per via della pandemia, ora non possono essere più rimandate. E gli appuntamenti si susseguono uno dopo l’altro. Ma la domanda sorge spontanea: perché così tanti medici decidono di lasciare un posto fisso e di rinunciare a un incarico che per molti potrebbe essere ambito? A rispondere ci stanno pensando i dottori Salvatore Pace e Massimo Di Domenica, responsabili dell’associazione “Cittadinanza attiva” dei Castelli Romani, che stanno cercando di analizzare le ragioni, scavare e capire cosa porti i medici del pronto soccorso ad abbandonare. “Il problema – dice Cittadinanza Attiva al Messaggero– è generale e non riguarda solo l’Asl Rm 6. Vogliamo che gli stessi medici dei reparti di Pronto soccorso ci suggeriscano delle indicazioni per rendere il loro lavoro più accettabile, dignitoso e sicuro. Stiamo preparando un questionario che presto distribuiremo e che poi analizzeremo”.
Ospedale dei Castelli Romani: mancano i medici al Pronto Soccorso
A spingere i medici ad abbandonare il Pronto Soccorso e a chiedere trasferimenti sembrerebbe essere una situazione poco piacevole, quella che vivono da tempo. “In reparto si sta come una trincea di guerra” – dicono al quotidiano romano. I turni a volte sono massacranti, lo stipendio non così gratificante e spesso bisogna confrontarsi con familiari che, forse esasperati della situazione, aggrediscono i medici senza pensare che dietro a quei camici bianchi “si nascondono” delle persone. Proprio come loro.
“Il personale infermieristico ed i medici del Pronto soccorso – hanno spiegato i dottori Pace e Di Domenica – sono stati eroici (durante la pandemia, ndr). Molti si sono ammalati e pagato con la vita la loro abnegazione. Certamente il loro è un ruolo difficile, ma irrinunciabile. Saranno gli stessi medici ad indicare le soluzioni da adottare per evitare tante defezioni da questo reparto strategico e fondamentale. Contiamo sulla collaborazione degli ordini professionali e dei dirigenti sanitari per risolvere questo problema”. Con la speranza che davvero si risolva.