In un periodo di grande confusione e instabilità sociale, economica e politica, i cittadini sono sempre di più in difficoltà nel reperire le giuste informazioni e sapere come orientarsi nel gestire le proprie economie e soprattutto, come far valere i propri diritti, laddove questi non dovessero essere rispettati.
E per non commettere errori che potrebbero ritorcersi contro noi stessi, è bene conoscere il problema e sapere cosa e come fare per difenderci.
Quello che proponiamo il 10 giugno 2016, è il secondo di due interessanti appuntamenti, programmati nel mese di aprile 2016 e voluti da alcuni cittadini di Ardea, contestualmente ad associazioni e imprenditori per fare luce su alcune tematiche di cui si sente spesso parlare ma che, difficilmente, se ne capiscono i contenuti.
L’usura e l’anatocismo bancario, questo il tema del prossimo incontro.
L’usura è una normativa introdotta dall’art. 644 del Codice Penale, riformulata dalla Legge 108/1996. Quest’ultima, ha apportato profonde innovazione e modifiche in ragione di usura nell’ordinamento giuridico italiano. In sintesi, esiste un tasso soglia stabilito per legge, che non deve essere superato con i tassi applicati dalle banche ai vari prodotti finanziari: mutui, C/C, Leasing, carte di credito ecc..
Ma, chi stabilisce i tassi di partenza dal quale si determina il tasso soglia?
Purtroppo è la Banca D’Italia, che molti non sanno essere un Ente le cui quote sono detenute per il 94,33% da banche e assicurazioni private e solo per il 5,67% da una partecipazione statale, INPS e INAIL. Questa, attraverso l’ufficio cambi, determina il tasso effettivo globale medio (TEGM) per ogni prodotto finanziario e lo pubblica, ogni trimestre, su una gazzetta ufficiale della repubblica italiana.
Questi dati, sono il punto di partenza per individuare il tasso soglia di usura, che prima del 2011, corrispondeva ad una maggiorazione del 50% del tasso di riferimento individuato nel trimestre di pertinenza; successivamente, con il “Decreto Sviluppo” del 2011, la maggiorazione è salita ulteriormente. Ponendo ad esempio che il TEGM nel periodo di riferimento è pari a 6%, il calcolo da fare con il nuovo decreto, è il seguente: 6 + il 25% = 7,5%. Alla somma ottenuta si applicano ulteriori 4 punti: 7,5 + 4 = 11,5%. Quest’ultimo è il limite del tasso soglia oltre il quale c’è usura.
È evidente che, invece di agevolare i cittadini, le banche pensano di lavorare esclusivamente a proprio vantaggio.
Fortunatamente, in Parlamento nel 2011 non passò la richiesta di applicare retroattivamente anche agli anni precedenti tale regola della maggiorazione del cosiddetto “cuscinetto” per il superamento del tasso soglia, altrimenti, tutti coloro che avevano fatto o stanno facendo cause alle banche per il risarcimento degli interessi non dovuti a causa dell’usura a loro applicata, si sarebbero visti vanificare ogni loro diritto.
Infatti, se il tasso soglia viene superato, la legge 108/1996, parla chiaro, il contratto stipulato con la banca, da oneroso diventa gratuito. Ovvero, la banca perde il diritto di trattenere sia gli interessi applicati, già eventualmente pagati dal cliente, che quelli, eventualmente, futuri che lo stesso dovesse ancora pagare. Ciò sta a significare che, nel caso in cui venga dimostrato, carte alla mano, che è stato superato il tasso soglia, la banca deve rimborsare tutti gli interessi già pagati e annullare tutti quelli, eventualmente, ancora non pagati dal cliente, il quale rimane debitore nei confronti della banca del solo capitale concessogli dalla stessa inizialmente.
Per semplificare, immaginiamo che un cliente abbia contratto un mutuo nel 2006 di durata trentennale, per un importo capitale di 180.000 euro e che ad oggi, abbia già pagato rate per un importo complessivo pari a 110.000 euro. Tale importo già pagato, sarà composto da interessi (es. 80.000 euro) e dalla quota capitale (es. 30.000 euro). In questo caso, il cliente dovrà ricevere indietro dalla banca la somma di 80.000 euro (interessi) già pagati e vedersi annullare tutti gli interessi futuri, rimanendo debitore della sola somma residua del capitale, che nel caso qui portato ad esempio, risulterebbe pari a 150.000 euro. Quest’ultimi, potrebbero anche essere spalmati sul restante periodo contrattuale residuo (es. 20 anni) senza aggiunta di interessi, naturalmente.
Oltre all’usura, è molto frequente anche l’anatocismo che spesso troviamo nei C/C bancari.
Rispetto all’usura, l’anatocismo è l’applicazione da parte della banca degli interessi sopra interessi già applicati ad un prodotto finanziario. Anche qui, per fare un esempio, immaginiamo che un imprenditore abbia contratto un C/C bancario con un fido (sconfinamento) di 50.000 euro e che si trovi, appunto con il conto corrente a meno 50.000 euro.
Tale importo (chiamiamolo prestito) dovrà essere rimborsato alla banca, maggiorato di una quota di interessi “X” stabilita dalla Banca D’Italia nelle modalità già sopra enunciate. Ipotizzando un interesse annuo del 10%, la banca applicherà ai 50.000 euro, il 2,5% di interessi trimestrali. Così che, il primo trimestre avremo un importo pari a 51.250,00 euro (inclusi interessi del 2,5%). Nel secondo trimestre, la banca dovrebbe applicare nuovamente il 2,5% ai 50.000,00 euro (quota capitale), quindi altri 1.250,00 euro. Purtroppo, accade spesso che, la banca non calcoli il 2,50% sulla quota capitale (50.000,00 euro), ma, lo applichi sulla somma ottenuta dal calcolo di quota capitale + interessi dato dal precedente trimestre, così che, gli interessi vengono sommati ad altri interessi. Es. 1° trimestre: 50.000,00 euro (capitale) + 2,50% (interessi) = 51.250,00 euro; 2° trimestre: 51.250,00 euro (Capitale + interessi 1° trimestre) + 2,50% (interessi) = 52.531,25 euro… e così via fino alla fine del quarto trimestre ed oltre.
È facile immaginare quanti soldi potrebbero essere stati sottratti a molti clienti titolari da 20 anni e oltre di un C/C bancario, cui è stato applicato un tale calcolo anomalo degli interessi (anatocismo).
Insomma, la data del 10 giugno 2016, è un’altra data da segnare sul proprio calendario se si vogliono conoscere da vicino le anomalie che presentano molti dei prodotti finanziari da noi contratti con le banche (mutui, leasing, C/C ed altro) e cominciare a capire se stiamo pagando il giusto oppure no, in termini di interessi, ma, ancora di più, capire come orientarsi laddove dovessimo scoprire che, in ragione delle leggi vigenti in materia di USURA e ANATOCISMO, è la banca ad essere nostra debitrice…. anziché il contrario.
Interverrà, come nel precedente evento del 20 maggio 2016, l’Avv. Franco Muratori, esperto in diritto tributario e bancario. L’avvocato, ci illustrerà nel dettaglio quali sono le insidie che si nascondono nei contratti di prodotti finanziari, stipulati con la banca e ci fornirà informazioni utili che ci permetteranno di capire in quali casi è consigliato far valutare il proprio mutuo, C/C, leasing o altro, al fine di poterci attivare in tempo per far valere i nostri diritti e, come suddetto, laddove comprovato, riavere indietro il maltolto. Ricordiamo che l’evento è patrocinato dal Comune di Ardea ed organizzato in collaborazione con la Lega Consumatori sede di Pomezia, di cui ci è gradita la partecipazione del Presidente Dario Ferraro.
Appuntamento il 10 giugno 2016 alle ore 17:00, presso la sala consiliare “Sandro Pertini” di Ardea – Km. 32,300.
Articolo a cura del Dott. Massimo Catalucci