Una tragedia che non trova spiegazioni, quella avvenuta oggi ad Ardea. E che vede tre vittime e un carnefice, anche lui deceduto. Ha infatti scelto di uccidersi, Andrea Pignani, il killer di Colle Romito. L’uomo, un ingegnere informatico disoccupato da tempo, è stato trovato morto nella camera da letto dell’abitazione dove si era barricato dopo aver sparato e ucciso a due bambini e a un anziano.
Il 35enne ha preferito togliersi la vita piuttosto che affrontare un processo che non si sa neanche come sarebbe andato a finire: l’uomo infatti aveva problemi psichici e probabilmente gli sarebbe stata riconosciuta l’infermità mentale.
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Sparatoria a Colle Romito
Ricostruendo la mattinata, Pignani, che nel passato aveva più volte discusso con i vicini di casa – che lo avevano anche denunciato per molestie – pochi minuti prima delle 11:00 è uscito armato di pistola e ha sparato un primo colpo verso un uomo che stava uscendo dal suo giardino con la carriola. Fortunatamente, l’uomo si è accorto in tempo di quello che stava accadendo e, lasciata la carriola, è riuscito a scappare. A terra è rimasto il bossolo.
Il 35enne ha proseguito la sua folle ricerca di vittime individuando Daniel e David, i due figli di 5 e 10 anni di Domenico Fusinato, un uomo ai domiciliari per fatti di droga: pare che Domenico e Andrea avessero avuto qualche futile discussione, ma si tratta di una pista da approfondire. I bimbi stanno giocando, sono in compagnia della nonna, che li guarda a distanza di pochi metri. L’uomo spara, colpendo uno dei dei bambini al cuore, l’altro alla testa. Moriranno a distanza di mezz’ora uno dall’altro. Viene colpito anche un anziano, Salvatore Ranieri, un uomo di 74 anni che stava passeggiando in bicicletta e che, vedendo i bambini colpiti, accorre per cercare di soccorrerli e difenderli: anche lui viene colpito alla testa. Lo sparo non gli lascia scampo. Un eroe, morto senza però riuscire a salvare i due bambini.
L’uomo, che risultava residente da qualche mese nel comprensorio di Colle Romito, in realtà era conosciuto da tempo in zona, dove vive la madre Rita. Ed è da lei che si è rifugiato dopo gli omicidi. La donna, dopo l’irruzione nella villetta, è stata portata via dai carabinieri per essere ascoltata. Perché non ha convinto il figlio ad aprire la porta e a consegnarsi alle forze dell’ordine quando è arrivato a casa, nel momento in cui ha scoperto quello che era successo? E perché non ha aperto la porta di casa quando il figlio si è suicidato, se il suicidio è avvenuto quando si è sentito lo sparo iniziale, ovvero intorno all’ora di pranzo? Sono domande a cui la donna dovrà rispondere e che rendono ancora oscura questa terribile vicenda.
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Il padre dei bambini: ‘Io a domiciliari per droga e lui libero con una pistola’
Le urla disperate del padre riecheggiano per il parco, a pochi metri dai corpi dei figli appena uccisi. Se la prende con tutti, anche con i carabinieri. “Nessuno è mai intervenuto, questo ha già sparato in passato e non gli hanno fatto niente. A me per un po’ di droga mi hanno messo ai domiciliari e questo con la pistola nessuno lo controllava, e guardate cosa ha fatto”. La pistola pare appartenesse al padre di Pignani, morto alcuni mesi fa. Sono in tanti, tra i vicini di casa, a confermare la tesi che Pignani fosse fuori di testa. “Litigava con tutti e minacciava le persone con la pistola. Qualche volta ha sparato, ma finora senza colpire nessuno”.
Una tragedia quasi annunciata, dunque, anche se ai carabinieri non risultano denunce in merito a episodi violenti o con armi riguardanti Pignani, tanto che in serata è anche stato ascoltato anche il presidente del Consorzio per avere informazioni su quanto accadeva all’interno. E due famiglie distrutte. Addio Daniel, addio David. E addio Salvatore Ranieri. Perdonateci se non abbiamo saputo difendervi da questo folle.