Caos ad Ardea, nella spiaggia di Tor San Lorenzo, nel pomeriggio del 14 agosto: i falò sono vietati da un’ordinanza comunale, ma i giovani, spalleggiati dai loro genitori, se ne infischiano e scavano grandi buche sul litorale. Nasce una discussione tra due agenti della polizia, la spiaggia si fomenta e mette in fuga i caschi bianchi. Ecco cosa è successo davvero.
Cos’è successo in spiaggia
Nasce tutto verso le 17 del 14 agosto, nella spiaggia libera del Consorzio La Sbarra ad Ardea. Nella strada del lido pubblico decine di ragazzini e ragazzine si ritrovano per fare le buche per i falò e attendere la mezzanotte tra birre e allegria. Incuranti dell’ordinanza comunale che vieta bivacchi e falò dal 14 al 16 agosto. Già dal pomeriggio, i giovani iniziano a scavare le prime grandi buche, rendendo la spiaggia una vera ‘trincea’. Inizialmente i controlli della polizia sono morbidi, fino a quando non scoppia il casus belli. Infatti, un’area di questa spiaggia era stata data in concessione ad un fuochista, tramite autorizzazione dal Comune, per poter fare, i fuochi d’artificio per la mezzanotte di Ferragosto.
La discussione tra i giovani e il fuochista
L’inizio è questo: quella spiaggia era in parte destinata a posizionare dei fuochi d’artificio, come da autorizzazione rilasciata alla persona che si sarebbe occupata dello spettacolo pirotecnico. Pare anche che inizialmente i ragazzi avessero capito e fossero in procinto di allontanarsi dalla zona e ricoprire le buche circostanti. Anche il fuochista si era rapportato con loro in modo molto tranquillo. Alcuni giovani, però, si oppongono, iniziano gli screzi tra loro e pare che il primo a fomentare gli animi sia stato un genitore, che si è poi identificato come un agente della polizia di stato in servizio presso l’ufficio immigrazione di Roma. Il litigio nasce con un altro agente della polizia penitenziaria, andato in aiuto dei vigili spiegando alla gente dell’esistenza di una ordinanza. Ma l’agente della polizia di stato, contestando l’ordinanza del sindaco, ha iniziato a discutere animatamente con il collega. Questo ha scaldato gli animi di tutta la spiaggia.
Il litigio tra i due poliziotti
Un genitore interviene difendendo i ragazzi che stavano facendo le buche. Un altro uomo risponde sostenendo: “Dobbiamo rispettare le ordinanze comunali”. Si scopre che entrambi sono poliziotti: il primo lavora per la polizia di stato, l’altro nella polizia penitenziaria. L’uomo che stava difendendo i giovani enuncia: “Non si può più nemmeno spostare la sabbia? Ma dove siamo arrivati? Dove sono i vecchi che sono stati giovani?” e scoppia la lite. Il dissidio si placa poco dopo quando l’agente della polizia penitenziaria nel tentativo di riportare tutto alla calma rivolgendosi ai presenti dice che si sta dando un cattivo esempio ai giovani. Ma tutti i presenti, forti dell’appoggio del poliziotto in costume da bagno, si sono rivoltati contro vigili che stavano sorvegliando l’area. Fino a quel momento i controlli ‘morbidi’ stavano funzionando, poi il caos. 200 persone tra genitori facinorosi e giovani mettono in fuga i caschi bianchi e la guardia nazionale ambientale.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Agenti della polizia locale aggrediti e costretti ad andare a fare altri servizi, ordinanza non rispettata, i due poliziotti che si sono denunciati a vicenda. E la spiaggia, il mattino dopo, lasciata sporca, con le buche scoperte, piene di resti di cibo e bottiglie di birre ormai vuote.
Articolo di Maria Corrao e Marta Bello