Il Natale si avvicina, mancano solo 9 giorni, eppure gli italiani ancora non conoscono le nuove misure stringenti, delle quali non si fa altro che parlare in questi giorni. Italia rossa o arancione? Spostamenti tra Comuni sì o no? Domande che, almeno per il momento, restano senza risposte. Il Governo è al lavoro e sta cercando di mettere a punto nuove disposizioni per evitare assembramenti (come quelli visti nel weekend in tutte le città) e situazioni rischiose che farebbero danni, anche più di quanti ne sono stati fatti in estate.
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Si teme una terza ondata che va, come ha dichiarato il Premier Conte, scongiurata: “Abbiamo predisposto un piano per le festività natalizie. Forse qualche ritocchino ci sarà. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo” – ha spiegato il Presidente del Consiglio. Oggi ci potrebbe essere un altro vertice tra Conte e i capi di delegazione di maggioranza, subito dopo l’intervento del Premier all’incontro organizzato dalla Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato.
E se Conte, appoggiato dalla ministra Bellanova, è sì per la prudenza e per l’inasprimento delle misure, d’altra parte è sembrato preoccupato per la tenuta economica e sociale dell’Italia. Altri ministri, invece, come Boccia, Speranza e Franceschini, sostengono la linea dura. Un’ala rigorista che sembra essere a favore dell’Italia zona rossa. In quel caso si tratterebbe di un vero e proprio lockdown che andrebbe dal 23 dicembre al 6 gennaio e vedrebbe negozi chiusi e spostamenti consentiti solo se motivati da comprovate esigenze di lavoro, salute o necessità. Anche per gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico le misure contenute nel Dpcm del 3 dicembre scorso vanno irrigidite e c’è bisogno di maggiori controlli: in Italia solo ieri si sono registrati 14.844 nuovi casi ed è risalito, purtroppo, il numero dei morti. Sono state 846 le vittime, quasi il doppio di quelle registrate lunedì.
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Quello che è certo è che ci sarà un inasprimento delle misure ora in vigore. Tra le ipotesi anche quella di far chiudere ristoranti e bar nei giorni festivi e prefestivi e di tenere aperti i negozi con un coprifuoco che, però, scatterebbe alle 20 o addirittura alle 18. Per il momento non c’è nessuna ufficialità: si attende il vertice di oggi che potrebbe portare a delle decisioni definitive.