Emerge una nuova versione dei fatti su quanto accaduto alle Salzare lo scorso 12 febbraio, stavolta fornita dai presunti aggressori. Sono stati questi ultimi, rigettando le accuse mosse contro di loro, a depositare presso la Tenenza di Ardea una contro denuncia per “lesioni personali” e “atti persecutori”.
Aggressione alle Salzare, la replica: «Ci siamo solo difesi»
Stando a quanto inizialmente ricostruito, un uomo era finito in ospedale per aver tentato – secondo la versione fornita ai Carabinieri – di “preservare” l’appartamento da nuove occupazioni abusive. Invitato prima “a farsi i fatti suoi” l’uomo, 40 anni, sarebbe stato aggredito da una persona armata di una spranga di ferro con quest’ultima che gli avrebbe poi sguinzagliato contro anche il suo bulldog. Scampato all’aggressione la vittima era quindi stata trasportata in ospedale per ricevere le cure del caso con ferite in varie parti del corpo.
Ebbene una donna, compagna del presunto aggressore, nel verbale depositato ai Carabinieri, ammette in effetti che, “essendo venuti a conoscenza che l’appartamento era stato dissequestrato e che la porta era aperta”, avevano deciso di farlo “occupare provvisoriamente, in attesa della fine dei lavori di ristrutturazione della sua abitazione dal padre del compagno (invalido al 100%)”.
L’abitazione, ricorderete, è sempre la stessa: quella dove un anno fa venne ritrovato un bimbo morto e già sequestrato dalla Procura, situata in via Ancona, nella palazzina E, e sulla quale la Polizia Locale era intervenuta apponendo (di nuovo) i sigilli per impedirne l’accesso proprio il 12 febbraio.
Ad ogni modo la coppia sostiene però soltanto di essersi difesa a seguito di un’aggressione subita e non di aver agito in prima battuta, rigettando così quanto sostenuto dal 40enne. In particolare sarebbe stato l’uomo a prendere le difese della propria compagna.
«Sono io ad essere finita in ospedale»
Nella furibonda colluttazione, sulla quale saranno ora i Carabinieri ad accertare ruoli e responsabilità, anche la donna era dovuta ricorrere alle cure dell’ospedale riportando una frattura dell’avambraccio (prognosi di 30 giorni).
La 32enne, questa la sua età, sostiene di essere stata infatti aggredita come visto e non il contrario – stando al verbale depositato il 18 febbraio presso la Tenenza di Ardea – e anche il cane, un American Bulldog, avrebbe agito “solo per difendere la sua padrona”.
A colpirla, allora, sarebbe stato proprio il 40enne con una spranga di ferro (che le avrebbe dato anche degli schiaffi, ndr) – altro elemento contestato da entrambe le parti – disarmato poi dal suo compagno (ovvero la terza persona coinvolta nella lite) “con dei pugni”.
Alla base della violenta lite, secondo la versione fornita dalla donna, vi sarebbero vecchi attriti personali con il 40enne che si trascinano da tempo mentre non viene fatta menzione dell’occupazione abusiva dell’appartamento quale causa del diverbio. A chiarire definitivamente le cose dovranno ora essere le forze dell’ordine con le apposite indagini.