In un’intervista rilasciata ai nostri microfoni questa mattina il Sindaco di Ardea Mario Savarese ha risposto alle critiche e alle perplessità sollevate in merito alla questione dello spostamento degli uffici comunali dalla storica sede della “Rocca”. Il primo cittadino ha analizzato punto per punto le critiche sollevate, dalla scelta della sede all’idoneità dell’area, passando per la decisione di non avallare le scelte della passata amministrazione (condivise, in parte, dal temporaneo passaggio con il commissario prefettizio, ndr), arrivando, alla fine, a lanciare una vera e propria “bordata” contro gli abitanti del centro storico.
E’ infatti a loro che il Sindaco dà la colpa del decadimento di quella parte di città accusandoli, a causa della loro mentalità, “di contribuire paradossalmente alla morte di quel centro storico che dicono tanto di amare”. Non a caso, aggiunge il Sindaco, “sulla Rocca sono rimaste solo pompe funebri”. “Noi vogliamo dare un futuro a questo territorio, dandogli un’immagine nuova e il progetto della nuova casa comunale è un ottimo punto di partenza”, dichiara per contro Savarese.
Ma mettiamo ordine e vediamo nel dettaglio in cosa consiste il piano che l”amministrazione a cinque stelle intende portare avanti.
Ardea, uffici comunali: “Situazione attuale critica. 7 sedi pericolanti, non a norma e altamente costose”
“La necessità di spostare gli uffici comunali trae motivazione da tutta una serie di circostanze che vale la pena menzionare. Innanzitutto il Comune di Ardea dispone di ben 7 sedi in attivo: alcune di queste sono fatiscenti o completamente inadatte a svolgere le funzioni alle quali dovrebbero adempiere”, esordisce Savarese sul primo punto che decide di affrontare.
Il Sindaco cita quindi il caso dell’Anagrafe ad esempio: “Qui lavorano 14 persone in 250mq di un locale che nasce come un negozio, dove le persone sono costrette a fare la fila in strada. Si capisce da sola la drammaticità di tale situazione, resa ancor più problematica recentemente dall’arrivo della carta d’identità elettronica le cui domande vengono gestite con una lentezza incredibile”.
“Ma questo è solo un esempio di quanto i nostri edifici siano decadenti”, prosegue Savarese. “All’interno delle sedi ci sono situazioni che mettono in serio rischio i dipendenti nonché gli stessi cittadini; un rapporto sulla sicurezza, sulla base di ispezioni accurate effettuate nel mese di marzo, ci dice che nelle sedi sopracitate urgono interventi sostanziali per svariate centinaia di migliaia di euro per poter adempiere a tutti gli obblighi normativi in materia. Come se non bastasse, alcune di queste sedi che ospitano i nostri uffici sono in affitto e ci costano decina di migliaia di euro ogni mese“.
“La sede del Comune nel centro storico non è più adatta”
Una delle osservazioni critiche mostrate al piano inerente lo spostamento degli uffici comunali promosso dai pentastellati è quella dell’abbandono della sede del centro storico, “osteggiata”, si è letto, in particolar modo dai commercianti che temono lo spopolamento della parte antica di Ardea.
“La casa comunale, quella dove sono anch’io, è pericolante”, è l’incipit, già una sentenza, del primo cittadino.
“Il soffitto è a rischio crollo e l’edificio soffre anche di infiltrazioni importanti, che si aggravano in caso di pioggia abbondante. Non funziona la climatizzazione e soprattutto, cosa ben più grave, non c’è possibilità di accesso per i diversamente abili“.
“Risolvere tutto questo con una nuova sede non è solo un’opportunità, è praticamente un obbligo. Non siamo a norma nemmeno sotto il profilo della sicurezza dei dati, e la legge che è entrata in vigore il 14 ottobre scorso ci impone di garantire questo tipo di sicurezza”.
Anche la scuola Manzù non va bene
“La soluzione trovata dalla passata amministrazione, che pure si era fatta carico del problema, serviva ad accontentare una minoranza della popolazione, forse quella più affezionata alla Rocca e al suo centro storico, non tenendo però conto che non ci sono edifici adeguati per svolgere le funzioni di casa comunale; né si ha la possibilità di costruire nuovi edifici perché non ci sono spazi”.
Sulla scuola Manzù: “Era stata quindi individuata la scuola Manzù, quale sede possibile del Comune. Ma anche questa non è la risposta adatta: tale sede è troppo piccola, inadeguata per ospitare l’intero comune. Tra l’altro poi, di recente, per quella sede sono stati acquisiti dei fondi regionali per l’efficientamento energetico e la sua messa in sicurezza, l’antisismicità, ecc. – tant’è che è l’unica scuola di classe A sul territorio – che un cambio di destinazione d’uso renderebbe vani trattandosi, in alcuni casi, di fondi finalizzati”.
Sulla scelta del commissario prefettizio: “Il commissario Tedeschi – prosegue Savarese – aveva approvato la realizzazione di un grande centro commerciale e a scomputo il proponente avrebbe realizzato una nuova scuola nella quale trasferire gli alunni della Manzù e consentire qui l’insediamento degli uffici comunali dilatando di molto i tempi, in uno scenario – oltre a quanto già detto – per nulla compatibile con le emergenze sopra descritte“.
Il progetto targato Savarese e 5 stelle: “Un’occasione unica”. Ma prima ci sarebbe un trasferimento temporaneo
Veniamo dunque al progetto che invece il Sindaco sta cercando di portare avanti. Riassumendo l’economia dell’iniziativa, gli uffici comunali, ad eccezione in sostanza dei Vigili e di poco altro personale, verrebbero trasferiti temporaneamente in una palazzina adiacente alla Caserma dei carabinieri in attesa della costruzione del nuovo palazzo della casa comunale vicino alla scuola media Virgilio. Con un grande risparmio per le casse comunali, assicura il Sindaco.
“Ci si è presentata allora una grande opportunità: sempre sfruttando la disponibilità del costruttore – nell’ottica della creazione del centro commerciale – abbiamo chiesto a lui di realizzare la casa comunale. Perché a lui e non ad altri? E’ presto detto. Questo signore dispone già di una palazzina adibita ad uso uffici – che necessita solo di allaccio in fogna ma per il resto è idonea – che si trova vicino alla caserma dei carabinieri; si tratta di una costruzione nuova, non è in fase di realizzazione come qualcuno sostiene, ma che non è a norma da un punto di vista antisismico in un’ottica di acquisizione da parte dell’ente perché a quel punto lo stabile dovrebbe essere assoggettato a standard antisismici più elevati. Diverso è invece il discorso per un uso temporaneo e in affitto, quello cioè a cui puntiamo noi“.
“L’accordo che intendiamo porre in essere presenta degli enormi vantaggi squisitamente economici: la cifra che andremmo a spendere globalmente per questa soluzione temporanea – in attesa della costruzione della nuova casa comunale – è comunque inferiore a quanto spendiamo adesso. In termini di dimensioni tale situazione temporanea terrebbe fuori inoltre soltanto i vigili urbani, circa 30 persone, che potrebbero trovare una sede più adeguata rispetto alla struttura utilizzata adesso, praticamente il museo – che non si potrebbe neanche utilizzare per questo scopo, per inciso. La locale Polizia troverebbe invece posto nell’attuale ufficio tecnico”.
La nuova sede: una casa comunale unica con negozi utili al contesto intorno
“Va da sé che per realizzare la nuova casa comunale, quella definitiva, occorrerà trovare un accordo col costruttore. Questo è il progetto: una casa comunale unica, che occupi poca superficie in termini di suolo ma che disponga quantomeno quei 2500 mq di fabbisogno, con la possibilità nei suoi pressi di una sua eventuale espansione fino ad un massimo, ipotizziamo, di altri 1500mq, ragionando in un’ottica di nuove assunzioni e per le esigenze di una città che puntiamo a far crescere. Per tali motivi si è scelta la zona vicino alla scuola Virgilio, non a caso”.
“Il terreno” – prosegue il Sindaco – “è innanzitutto già nostro in gran parte, solo un 20% è privato ma che non sarà espropriato; verrà acquistato a prezzo di mercato per consentire il collegamento tra la Via Laurentina e il nuovo centro commerciale. La collocazione della nuova sede in quel punto sarebbe dunque a costo zero per l’ente”.
Sui problemi idrogeologici del sito: “L’Area non è idonea per problemi geo o idrogeologici? Non è così“, ribatte Savarese.
“E comunque” – aggiunge – il sito sarà sottoposto ad ulteriori verifiche e qualora non dovesse risultare conforme ovviamente si cambierà strada. Ma do un dato per garantire la bontà dell’operazione: la provincia effettuò dei sondaggi per un’eventuale realizzazione nell’area di un istituto scolastico e i risultati di quegli studi sono confortanti. E oltretutto l’area è al di fuori di quella zona a rischio idrogeologico che caratterizza Rio Verde”.
“Perchè dunque sì alla casa comunale e no ad una nuova scuola (il progetto originario vedeva infatti la costruzione in questa zona della nuova scuola Manzù sulla base di quanto sopradescritto, ndr): semplice, è logico dare i servizi al cittadino in un punto centrale strategico della città, non è logico – in un Comune che si estende per circa 35km – concentrare per contro tutte le scuole in unico punto. Va fatto esattamente l’opposto: portare le scuole dall’utenza, vedendo i quartieri più popolati, e non viceversa”.
Su chi contesta il progetto: “Chi ci sta criticando lo sta facendo in modo pretestuoso e senza dare soluzioni alternative. Nessuno, tra chi ci attacca, è stato capace di fare una proposta che soddisfi tutte le necessità che ho menzionato”.
Sullo sviluppo commerciale dell’area e sull’edificio comunale: “Tornando all’area, nei dintorni verrebbero sì realizzate strutture commerciali ma utili al contesto: pensiamo ad una banca, ad un ufficio postale, ad un giornalaio, ad una tavola calda o a un ristorante. L’edificio sarà poi completamente privo di barriere architettoniche, cosa di cui invece oggi peccano le attuali sedi. Con la casa comunale si avrebbe inoltre un grande risparmio per le finanze pubbliche e al contempo le poche spese da sostenere sarebbero ammortizzate in pochi anni”.
Infine la questione altezza e il commento sulla mentalità “vecchia” di taluni abitanti dei Ardea: “L’ultimo aspetto criticato è la decisione di sviluppare la casa comunale in altezza anziché in larghezza. E’ anche qui – oltre al fatto di consumare poco suolo – un discorso di immagine: dare cioè un simbolo nuovo alla nostra città, una costruzione moderna che manca“.
“Ardea” – è la stoccata senza troppi giri di parole di Mario Savarese – “o una sua parte, è rimasta una città vecchia in tutto e per tutto, c’è bisogno di guardare finalmente al futuro. Pensiamo alla Piazza della Rocca: invece di avere un pub, un luogo di aggregazione per i giovani o anche per gli anziani, abbiamo ben tre agenzie di pompe funebri. Ad Ardea pensiamo ai morti e non ai vivi, questo fa capire la mentalità di chi realmente sta uccidendo questa città, ovvero proprio quegli abitanti della Rocca che anziché essere inserita in un percorso di valorizzazione rischia di svanire, ma sul serio. Gente attaccata a tradizioni antiquate, pronti a vedere chi arriva di nuovo come “straniero”, tutto questo è inaccettabile. Dobbiamo ripensare la città in termini urbanistici completamente nuovi, solo così Ardea potrà guardare lontano”.
“Il dissesto finanziario ci ha fatto partire da -1” – conclude Savarese – “ma dopo un anno siamo già allo zero, all’anno zero dal quale progettare un futuro diverso per Ardea”.
LA ROCCA: NON UN ABBANDONO, MA RIQUALIFICAZIONE
La Rocca non verrebbe abbandonata, ma riqualificata.
“Io penso alla sua riqualificazione. Penso al restauro delle abitazione che si affacciano sulla piazza, a nuove piante ed illuminazione, alla riapertura del cinema teatro, alla valorizzazione delle iniziative culturali, alla realizzazione nella sede comunale di un centro di rappresentanza per le cerimonie, una mostra museo permanente delle immagini fotografiche degli ultimi cinquant’anni, e infine ma non per finire il restauro del castello Sforza Cesarini. Questo è il progetto per la Rocca. Esattamente il contrario che abbandonarla”.