Dopo l’articolo apparso su tutti i giornali dove il Sindaco decanta come una vittoria sua – e della sua attuale maggioranza da poco ricostituita – l’approvazione della presa d’atto della proposta del demanio di Stato per la presa in consegna delle terre delle Salzare (ovvero dei 706 ettari demaniali da parte del comune), non potevano mancare le ripercussioni nella sfera politica di Ardea.
Chi non ci sta è l’ex assessore Romolo De Paolis con delega all’urbanistica ed uso civico, il quale fa notare che il primo a prendere i contatti con il demanio fu proprio lui, aprendo, nel pomeriggio dell’otto luglio, la trattativa con il demanio e con l’allora dirigente del settore Ing. Renzo Pini. L’assessore ci tiene a precisare, per onor del vero, che con lui c’era anche l’allora dirigente all’urbanistica Arch. Luca Scarpolini e lo stesso Sindaco.
De Paolis quindi rivendica la primogenitura dell’operazione che ha portato ad oggi all’approvazione della presa d’atto in consiglio comunale. L’incontro, un po’ complesso nella dinamica per cui cercheremo di ripercorrerne i passaggi salienti avvenne a seguito di una collaborazione con un giornalista locale; fu quest’ultimo poi, spiega De Paolis, ad avvicinarlo ad un suo amico della Nuova Florida – persona introdotta al Senato della Repubblica – che, a sua volta, tramite una Senatrice Palermitana sottosegretaria all’economia gli fissò un appuntamento in regione dove la delegazione rutula fu ricevuta in “pompa magna”.
In questa riunione, prosegue ancora l’ex assessore, scaturì da parte dell’Ing. Pini l’impegno per l’agenzia del demanio a presentare al comune una proposta di cessione dei loro diritti demaniali gravanti sui 706 ettari delle Salzare e da lì si iniziò a scrivere la proposta approvata ieri in consiglio comunale . Ad onor del vero, precisa l’ex assessore, lo stesso Sindaco che oggi vuole sventolare un primo risultato positivo per l’annosa risoluzione rutula, va ricordato come lui stesso nella riunione, più volte tirava in ballo lo “spauracchio” dei nobili Sforza Cesarini e della Soc. La Fossa quali ancora venti diritto in virtù di un ricorso ereditario in essere presso il tribunale civile.
L’ex assessore, per concludere, ricorda infine non solo l’iniziativa per la risoluzione dei 706 ettari demaniali, ma anche l’impegno per la riesumazione dei sette nuclei abusivi quali la Banditella, Castagnetta, Castagnola, Villaggio Ardeatino, Montagnano, Madonnina, Acquaferrata (la fossa) fermi da oltre trent’anni in regione. L’assessore ci dice: “Ho fatto ricostruire dall’ufficio urbanistico tutta la documentazione mancante grazie alla professionalità e all’impegno profuso dall’arch. Giovanna Dionisi con la quale mi recai in regione per la consegna della pratica. La pratica fu riconosciuta conforme ai dettami di legge ma che da dopo le mie dimissioni è rimasta al sesto piano della regione in cerca di approvazione”.
L’assessore conclude ricordando che il lungo tempo trascorso dal suo incontro all’ufficio demanio della Regione Lazio, ha portato alcuni cittadini ad inserirsi per la risoluzione del problema per l’assegnazione di quelle terre, trovando documenti e sentenze che gli davano il dovuto diritto, su quelle terre, tanto da poter rogitare e completare opere murarie strutturali, al fine di mantenere un bene da loro stessi edificato su quella zona appartenuta ai loro genitori; genitori che, da oltre 100 anni, con il sudore della fronte lavoravano qui terreni agricoli dando un canone annuo in grano o in soldi ai nobili dell’epoca.