Ardea si risveglia un po’ meno blindata rispetto a ieri. L’Amministrazione, a dir la verità per cause di forza maggiore, ha deciso di mitigare il provvedimento che limitava fortemente – praticamente un blocco quasi totale – gli spostamenti in uscita e in entrata dal territorio Comunale. Ieri, come era prevedibile, primo giorno dell’entrata in vigore della nuova ordinanza del Sindaco, si sono registrate diverse proteste sopratutto tra i residenti costretti a lunghe deviazioni per raggiungere le proprie abitazioni.
In due circostanze, fortunatamente senza nessuna conseguenza, sono dovuti intervenire i Carabinieri per tenere sotto controllo la situazione nei varchi d’accesso alla città. Oggi però, come detto, è arrivata la decisione di rivedere il provvedimento, seppur soltanto in parte.
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Il primo cittadino di Ardea ha diramato poco fa una nota: «Ci scusiamo per i disagi. Non abbiamo modo di controllare tutti i varchi. Pochi gli addetti della Polizia Locale che fa turni doppi. Il Ministero degli Interni non ci consente di utilizzare ausiliari del traffico, Protezione Civile o Associazioni. Ai varchi che non possiamo controllare siamo costretti a chiudere», scrive Savarese.
Dopodiché il Sindaco ha precisato: «Da e per Pomezia gli accessi APERTI sono in via Castagnetta e in via delle Orchidee (Campo Iemini). Oppure tutte le entrate e uscite della Via Pontina. Da Est è aperto il varco di via Strampelli, Via Apriliana e via Campo di Carne. Abbiamo chiesto aiuto alla prefettura e siamo in attesa di risposte».
Savarese, da noi intervistato, precisa che le misure drastiche prese con l’ordinanza datata 30 marzo sono state obbligate.
«E’ stato un sindacalista della Polizia Locale di Pomezia a denunciare che stavamo operando ai varchi con l’ausilio della Protezione Civile, i cui volontari avevamo per l’occasione nominato Ausiliari del Traffico. Il ministero si è trovato nell’obbligo di segnalarci che non potevamo usare per questo scopo personale che non fosse delle forze dell’ordine o della PPLL. Ci siamo quindi visti costretti a prendere questo provvedimento: non avendo aiuti da parte di nessuno, l’unica alternativa era ridurre i varchi. Ma, anche agendo così, sono piovute critiche. Sono comunque convinto che sono meglio le critiche delle lacrime: il mio scopo è quello di limitare il più possibile le vittime».
Sul perché di provvedimenti così stringenti. «Stiamo cercando, faticosamente, di contenere il contagio nel nostro Comune. Io devo tutelare la salute pubblica – ha aggiunto Savarese – perché da un lato il DPCM parla chiaro, ma dall’altro non abbiamo i mezzi per ottemperare e non ci concedono soluzioni in deroga. E intanto il rischio aumenta».