Studenti di ogni ordine e grado, ad Ardea, senza scuolabus e con il benestare del Tar del Lazio.
La mancanza di fondi, infatti, per il tribunale amministrativo è una ragione legittima per la revoca della procedura di affidamento del servizio alla società Parrucci srl, che aveva presentato ricorso non appena il Comune aveva firmato l’atto che andava ad annullare l’affidamento, sostenendone l’illegittimità.
Del resto, senza soldi e senza la possibilità di indebitarsi ancora visto lo squilibrio di bilancio annuo di circa 4 milioni di euro, come sarebbe stato pagato il servizio?
Queste le conclusioni dei giudici che hanno rigettato il ricorso, i quali hanno specificato che senza soldi in cassa “la stipulazione del contratto è oggettivamente impossibile e ciò basta a giustificare il provvedimento di revoca dell’intera procedura di gara che appare addirittura doveroso”.
L’azzeramento dei fondi per il trasporto scolastico era stato firmato dal commissario prefettizio Antonio Tedeschi con “giusta causa” e, secondo il Tar, questo atto “non può essere automaticamente ritenuto in violazione del diritto costituzionale all’istruzione degli alunni disabili, atteso che, nel caso concreto, l’amministrazione comunale, pur nella ristrettezza finanziaria in cui si è trovata ad operare, è comunque riuscita a garantire, almeno fino alla fine del corrente anno, il servizio di trasporto per gli alunni disabili, impegnando le residue e scarse disponibilità finanziarie reperite”.
Delusione della ditta Parrucci a parte, resta però il grosso problema per i bambini e per gli adolescenti, in special modo gli alunni disabili, che per poter godere del loro diritto di andare a scuola devono per forza ricorrere – due volte al giorno – all’aiuto di familiari e amici.
