Sversamenti nei canali che poi arrivano in mare. Niente di nuovo purtroppo ad Ardea dove ogni anno, puntualmente, si ripresenta il problema dell’inquinamento. Un problema che, com’è noto, e come ampiamente sottolineato da tutte le Amministrazioni locali che si sono succedute negli anni, è riconducibile all’area dei Castelli Romani: le acque raccolgono letteralmente di tutto e poi lo trascinano sulle coste rutule.
L’ultima segnalazione arriva dal canale Biffi a Marina di Ardea. La foto, scattata da un cittadino, mostra il mare oltremodo sporco e, stando alla testimonianza, il tutto sarebbe stato accompagnato da puzza e odori nauseabondi. Nei vari gruppi social di zona è scoppiata la rabbia dei cittadini considerando, come detto, il ripetersi ciclicamente di queste situazioni. Purtroppo però soluzioni di contrasto al fenomeno faticano ad arrivare.
Il Sindaco Fabrizio Cremonini: “Chiesto tavolo in Regione”
Il Comune di Ardea, dal canto suo, agisce con i mezzi a propria disposizione. Ce lo dice oggi l’attuale Primo Cittadino Cremonini, ce lo aveva ribadito anche il suo predecessore, Savarese. “Purtroppo il problema va risolto a monte, ovvero ai Castelli”, spiega il Sindaco che comunque precisa che nell’area è stato apposto, seppur con qualche ritardo, il cartello di divieto di balneazione. In particolare, c’è da dire, già a maggio erano state evidenziate in questa specifica aerea delle criticità: il campionamento a metà di quel mese infatti, come si legge sul portale del Ministero della Salute, aveva rivelato problemi sia per quanto riguarda i livelli di enterococchi sia di escherichia coli (poco al di sotto del limite, ndr) configurando uno stato di “inquinamento di breve durata”.
“Il Comune – aggiunge il Sindaco Cremonini – ha pochissimi strumenti per agire, serve uno sforzo di tutti gli enti superiori per trovare una soluzione. Non possiamo pagare noi i danni causati da altri. Per questo ho richiesto un tavolo in Regione e sono in attesa di una convocazione”.
I dati di Legambiente su Rio Torto e Fosso Grande
L’inquinamento dei fossi riguarda anche gli altri canali presenti sul litorale di Ardea (e non va di certo meglio a Torvaianica). A metterlo nero su bianco anche quest’anno è stata Legambiente che nei campionamenti effettuati nei giorni scorsi (precisamente il 2 luglio, ndr) ha sottolineato lo stato fortemente inquinato di questi due punti costieri, quello in corrispondenza del fosso Rio Torto e del Fosso Grande. Ma nel resto della costa laziale, ampliando il discorso, non va meglio: sempre secondo l’ultimo report di Legambiente, di 24 punti campionati lungo la costa ben 15 risultano oltre i limiti di legge.
I cittadini infuriati: “Ogni anno è sempre la stessa storia”
La rabbia dei cittadini intanto però resta. “Sul litorale di Ardea purtroppo ogni anno la situazione è sempre identica, passa il tempo, passano i vacanzieri, passano le amministrazioni ma i problemi purtroppo restano!”, scrive ad esempio la Presidente dell’Associazione RivaluTiamo Marina di Ardea. “Chiunque viene ad amministrare questo paese si arrende e si sistema la coscienza facendo bella mostra con cartelli di divieto di balneazione e di mancanza di sorveglianza sulle spiagge libere. Durante le campagne elettorali ognuno promette di trovare una soluzione a breve mentre in realtà gli anni passano e tutti con buona pace di chi inquina, restando impunito, nulla cambia. Ardea ha una serie di fossi, grandi e piccoli, che partono dai castelli e nel tragitto ricevono materiali di varia tipologia, a volte anche carcasse di animali, spesso liquami e chi ci rimette sono i cittadini di Ardea, anche a volte a livello sanitario. Che dire, la speranza è l’ultima a morire, anche se un detto popolare recita che colui che di speranza vive disperato muore, ci auguriamo, sia come cittadini che come associazione, che qualcuno ascolti!”