Dopo gli sgomberi della giornata di ieri, oggi le ruspe sono entrate in azione alle Salzare ad Ardea. Le operazioni sono iniziate stamattina molto presto, intorno alle ore 5.oo. In campo oltre 80 uomini. Sul posto sono ancora presenti Carabinieri, Guardia di Finanza, Protezione Civile, unitamente alla Croce Rossa del Comitato di Ardea. Le operazioni di sgombero e abbattimento, fanno sapere le autorità, “sono state effettuate con professionalità e nel rispetto delle persone“.
Sgomberi e abbattimenti alle Salzare, restituita area da destinare allo sport
La maxi operazione per l’abbattimento delle palazzine E, F, e G è iniziata ieri ed è in corso tuttora. Sgomberate in tutto circa 30 famiglie che ancora vivevano all’interno delle abitazioni, tra cui anche nuclei con persone fragili per le quali il Comune ha fatto sapere che provvederà, qualora gli interessati non avessero trovato una sistemazione per proprio conto, a fornire un alloggio provvisorio. Gli abitanti hanno avuto, come previsto dalla nuova ordinanza firmata dal sindaco, 10 giorni dalla notifica per lasciare le loro abitazioni. Al posto dei manufatti abbattuti verrà realizzata un’area destinata allo sport.
La parola fine sul caso del ‘Serpentone’?
Quella del serpentone è una vicenda che si trascina da oltre 20 anni. Sul complesso, nato e costruito su un terreno riconosciuto dallo stesso Comune di Ardea come legale, vennero rilasciati i permessi per costruire, salvo poi accorgersi che si trovava nei pressi di un sito archeologico, su un’area coperta da vincolo. La concessione venne quindi annullata il 1° agosto 1997 dal Comune di Ardea. Dell’intero complesso solo due palazzine erano state costruite su terreno privato e non demaniale mentre tutte le altre erano, di fatto, abusive. Negli anni il Comune aveva quindi ordinato l’acquisizione dell’area, diventata nel tempo ricettacolo di degrado e abusivismo (nonché di illegalità), di all’interno del patrimonio comunale e il contenzioso, durato anni, ha visto nel tempo vari sgomberi, con successive occupazioni, e l’abbattimento di due palazzine. In ultimo i vari ricorsi al Tar fatti da 36 occupanti che però non sono bastati a fermare le ruspe.