Sono sempre più frequenti le lamentele da parte dei cittadini riguardo i lavori di riparazione del manto stradale in varie zone Ardea: un incarico pagato dal Comune 80 mila euro, ma che sembra non abbia portato alcun beneficio alle strade.
Le buche, come più volto testimoniato dalle foto inserite nel gruppo di Facebook dedicato proprio alle strade di Ardea, si sono riaperte, o hanno dato evidenti cenni di cedimento, appena pochi giorni dopo la riparazione.
Che si tratti di lavori mal eseguiti o di materiale scadente, oppure di “semplice fatalità” non non possiamo saperlo; di certo c’è che – allo stato dei fatti – quelli investiti dall’Amministrazione sono stati soldi buttati al vento.
Di seguito riportiamo le considerazioni del portavode del comitato di quartiere Rivalutiamo Marina di Ardea, Michele Di Stefano.
“Questa mattina, percorrendo Viale Forlì, ho notato che quanto avevo sospettato in merito a come vengono tappate le buche corrisponde a realtà: ormai sappiamo tutti per esperienza che alla prima pioggiarellina le buche si riaprono come fiori in germoglio. Infatti in buona parte delle buche tappate pochi giorni fa in viale Forlì il bitume è saltato, riscoprendo le buche come erano qualche giorno fa. Non fare delle polemiche verso l’Amministrazione comunale, non è il mio stile, ma come cittadino che paga le tasse vorrei essere chiaro che le buche non si tappano in questo modo: non bisogna essere tecnici o scienziati per capire che il lavoro di tappamento delle buche ha un protocollo specifico da rispettare.
Ad esempio, prima cosa da fare è la scarificazione del manto stradale circostante e la pulizia dello stesso. Poi si deve applicare il primer liquido, coprire con bitume caldo e passare il rullo compressore o la c.d. paperella, tanto per intenderci”.
Ma questa procedura è stata seguita correttamente? Nessuno lo sa.
“E’ ovvio – conclude Di Stefano – che gli 80 mila euro stanziati dal Comune per dare una sistematina a le tante strade mal ridotte nel territorio di Ardea non sono sufficienti. Ma con 80 mila euro si potevano sistemare a regola d’arte almeno le strade più transitate e più pericolose. Non voglio peccare di presunzione, la mia è solo una modesta riflessione in qualità di cittadino e di rappresentante dei cittadini di Marina di Ardea”.
Neanche noi vogliamo peccare di presunzione, se – a conclusione dell’articolo – affermiamo che, pur non avendo mai eseguito alcun tipo di lavoro di “tappatura buche” se non con paletta e secchiello nella spiaggia quando eravamo bambini, forse saremmo stati capaci di fare un lavoro migliore di quello che è risultato ad Ardea.