Demolizione del serpentone alle Salzare, il giorno X è arrivato. Nonostante i ricorsi al Tar fatti da 36 occupanti e la decisione del Giudice – che aveva sospeso le ordinanze emesse dal sindaco di Ardea Fabrizio Cremonini – da questa mattina all’alba sono partite le operazioni che porteranno all’abbattimento delle palazzine E, F, e G.
Prima della demolizione del complesso, verrano sgomberate le famiglie – circa 30 – rimaste ancora all’interno delle abitazioni. Tra queste risultano esserci anche famiglie con persone fragili: il Comune ha fatto sapere che provvederà, qualora gli interessati non avessero trovato una sistemazione per proprio conto, a fornire un alloggio provvisorio. Gli abitanti hanno avuto, come previsto dalla nuova ordinanza firmata dal sindaco, 10 giorni dalla notifica per lasciare le loro abitazioni.
Gli abbattimenti
Questa mattina, a partire dalle 6:00, un nutrito schieramento di forze dell’ordine, formato da polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza e agenti della polizia locale, oltre a vigili del fuoco e volontari della protezione civile, si sono recati insieme al personale del Comune di Ardea sul posto per iniziare le operazioni di sgombero. I residenti, come previsto, non avevano provveduto a lasciare le abitazioni. In alcune c’erano, come previsto, tantissimi bambini piccoli.
Ma, nonostante questo, le operazioni sono andate avanti e tutti sono stati mandati via. È stato allestito un campo dalla croce rossa, per dare assistenza a chi dovesse avere bisogno. Presenti anche l’assessore ai servizi sociali Simone Centore e a breve arriverà anche il sindaco Fabrizio Cremonini. Le operazioni sono iniziate dalla palazzina G: è da qui che partiranno le demolizioni. I lavori che verranno eseguiti oggi sono di distruzione delle scale e dei punti di accesso, per impedire che gli appartamenti vengano occupati nuovamente.
Momenti di tensione
Durante le operazioni di sgombero ci sono stati dei piccoli incidenti. Il blitz, infatti, è arrivato a sorpresa per i residenti. Alcuni di loro si sono rifiutati di aprire ed è dovuto intervenire il fabbro per forzare la porta di ingresso. All’offerta di andare con i bambini in casa-famiglia, molti si sono rifiutati, dicendo che avrebbero occupato le case abbandonate nel territorio, anche “per evitare controlli”.
All’interno degli appartamenti si trovano persone di tutte le etnie: italiani, di provenienza est europea, sud americani, africani. Persone regolari sul territorio nazionale e altre invece irregolari. Nel corso degli sgomberi, proprio a causa della resistenza da parte di alcuni, ci sono stati dei lievi feriti, che sono poi ricorsi alle cure dei sanitari della Croce Rossa presente sul posto. Trai feriti anche Costantino B. “Vivo qui da 6 anni in affitto, pagavo regolarmente, poi ho raggiunto un accordo con il proprietario, al quale, visto che non avevo un contratto, ho dato una somma per ‘acquistare’ la casa e non pagare più l’affitto. E adesso devo andare via? Adesso ci hanno proposto di andare in albergo. Ma a fare cosa? Per poi andare in mezzo a una strada dopo qualche giorno? Io non me ne voglio andare”.
Complesso Le Salzare, storia infinita giunta (forse) al capolinea
Quella del complesso delle Salzare è una storia che si trascina ormai da tempo. Sorto su un terreno riconosciuto dallo stesso Comune di Ardea come legale, vennero rilasciati i permessi per costruire, salvo poi accorgersi che si trovava a un tiro di schioppo da un sito archeologico, su un’area coperta da vincolo. La concessione venne quindi annullata il 1° agosto 1997 dal Comune di Ardea. Dell’intero complesso solo due palazzine erano state costruite su terreno privato e non demaniale. Tutte le altre erano quindi abusive. Il Comune aveva quindi ordinato l’acquisizione dell’area all’interno del patrimonio comunale. Il contenzioso, durato anni, ha visto nel tempo vari sgomberi, con successive occupazioni, e l’abbattimento di due palazzine.
L’illegalità nel complesso è cosa nota alle cronache: molti degli appartamenti sono stati occupati abusivamente da sbandati o da persone borderline. Spaccio di sostanze stupefacenti, furti, ma anche incendi di sostanze tossiche. Il cortile antistante il complesso – ormai diventato una sorta di ghetto – veniva utilizzato come discarica, così come quelli che sarebbero dovuti essere i garage.