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Ardea, ‘Chiara e Francesco’: il futuro dei ragazzi (ri)parte da un bene confiscato alla criminalità

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L’Associazione Chiara e Francesco Onlus annuncia l’avvio di un importante progetto per dare un futuro ed una speranza ancora più concreti ai ragazzi. Il punto di partenza? Un bene confiscato dalla criminalità organizzata e assegnato tramite bando proprio alla onlus Chiara e Francesco. Grazie a questo edificio sorgerà una nuova struttura che ospiterà i ragazzi fino a 21 anni (con possibilità di arrivare fino ai 23). 

Da dove nasce l’esigenza di prolungare il periodo di accompagnamento dei ragazzi?

“Uno dei problemi più grandi che stiamo affrontando nelle nostre Case Famiglia riguarda le tappe del cosiddetto “leaving care”, ovvero la preparazione ad uscire dalla tutela, nonché dell”after care”, cioè il monitoraggio dopo l’uscita dalla tutela. Riteniamo sia assurdo pretendere che i nostri ragazzi, a 18 anni o a 21 anni, possano essere considerati adulti ed indipendenti. È una richiesta che sa tanto di nuova fregatura e di sfregio alle finanze pubbliche”.

Come viene vissuto il “distacco” sia da parte vostra ma anche e soprattutto dei ragazzi?

“Ci spieghiamo, senza tanti giri di parole. Prima li accogliamo ed iniziamo a camminare insieme. Si scioglie il loro dolore e si arriva alla rivelazione. Intanto il tempo passa e, da bambini, si arriva ad essere adolescenti. Non ci sono state famiglie per affidamenti o adozioni. Sono cresciuti e hanno paura di rivivere l’abbandono. Per farvi capire: “Non mi lascerete mica nella merda, io indietro non ci torno” (citazione spietata di un nostro ragazzo)”. No, non ti preoccupare andiamo insieme fino alla fine! Risposta dovuta, ma che implica impegno e concretezza. È iniziata da un po’ la fase che porta verso i 18 anni (o ai 21, se ottengono l’estensione amministrativa). Noi con loro, noi per loro”.

In cosa consisterà questo nuovo progetto?

“Il “Cantiere di Inclusione Sociale” è un progetto creato proprio per loro. Cambierà radicalmente la modalità del nostro servizio di accompagnamento, lasciando intravedere all’orizzonte l’autonomia da conquistare, insieme all’immissione nel mondo del lavoro. Si deve voltare pagina ed insistere sull’acquisizione di competenze specifiche, che possano mettere ciascuno di loro in condizione di riuscire nella vita, senza “tornare indietro”. Abbiamo fatto delle alleanze con diverse attività del territorio, che ci hanno sostenuto, e qualcuno dei nostri ragazzi sta imparando un mestiere. Chi ha deciso di studiare viene accompagnato nel suo percorso formativo, lasciando un piccolo spazio ad esperienze lavorative”. 

E qui si inserisce la nuova struttura…

“Sì. Con il tempo abbiamo scoperto infatti che questa progettualità aveva bisogno anche di strutture di accoglienza diverse, che potessero concretamente sostenere il nuovo processo educativo. Abbiamo iniziato a modificare le strutture, rendendole più aderenti al progetto. Da camera doppia a camera singola con bagno, più simile ad un appartamento, nel quale il ragazzo o la ragazza matura il senso della responsabilità attraverso la cura del proprio spazio personale. Abbiamo avuto degli ottimi riscontri, ma non bastava e non basta. Per sette di loro è tempo di passare ad una fase più articolata. Stanno crescendo e in fretta. Abbiamo sognato insieme ai ragazzi, abbiamo pregato. Ci siamo dati da fare, abbiamo partecipato ad un bando ed è arrivata l’attribuzione: un bene confiscato alla criminalità organizzata, in zona Nuova Florida, nel Comune di Ardea, fermo da più di 20 anni”.

In cosa consiste questo immobile? Come si articolerà il progetto?

” E’ una struttura importante, anche se devastata. Un progetto che propone il nobile riscatto di un duplice illecito. E allora, inizia un’altra storia! La nuova struttura ospiterà ragazzi dai 17 ai 21 anni; e se servirà, li accompagneremo per altri due anni. Ne usciranno con lavoro e dignità! Accompagnare è un verbo, non un sostantivo. È un work in progress. Noi non facciamo business, viviamo con i ragazzi e con loro tentiamo la risalita. Il male si può sconfiggere, anche se non sempre tutto va per il verso giusto”.

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Come aiutare l’Ass. Chiara e Francesco Onlus

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