“Il criterio che ha portato quest’amministrazione a proporre la procedura di riassetto dei conti, altrimenti detta ‘dissesto finanziario’ è molto semplice. La situazione finanziaria di questo Comune è stata nel corso degli ultimi decenni talmente tanto complessa che ogni promessa fatta ai cittadini sarebbe stata impossibile da mantenere”. E’ quanto dice in una nota il sindaco di Ardea Mario Savarese anticipando i contenuti del suo intervento all’assemblea pubblica di questo pomeriggio alle 18 dove si discuterà della dichiarazione di dissesto finanziario.
“Il perché di queste promesse mai mantenute è presto detto – spiega – Con l’armonizzazione dei principi contabili non è più possibile prendere in considerazione le ormai arcinote ‘entrate presunte’. In sostanza, in passato la norma consentiva di inserire previsioni di entrate che, di fatto, si sono tradotte per l’intero ‘sistema Italia’ in carta straccia. Ecco perché, poi, il debito pubblico del Paese è arrivato alle stelle. Ardea non è stata da meno. Si è sempre cercato di portare a casa il risultato del bilancio di fine anno invece di notare che pur di far riequilibrare i conti si continuava ad accumulare polvere sotto il tappeto. La mole di polvere è tale, e tanta, che oggi sono possibili due vie: o continuare a promettere cose ai cittadini senza poi poterle mantenere, o azzerare tutto e ricominciare la vita da paese normale. Noi abbiamo scelto la seconda. E’ giusto che Ardea rinasca ma non attraverso un percorso che, per risanarlo completamente, necessita di decenni. E’ questa la via più indolore. Le tasse sono già al massimo da anni. I servizi minimi essenziali vengono erogati con difficoltà. Tutto questo è impossibile da mantenere perché sempre più persone, giustamente, chiedono assistenza, servizi. Chiedono – anche – di sentirsi comunità”.
“In questi mesi abbiamo lavorato per scoprire che ogni alternativa a questa via sarebbe lunga e impossibile da gestire – prosegue – Stando ai dati del Pil pro capite, ad Ardea i cittadini sono più poveri di quelli di Pomezia, che sono più poveri di quelli di Roma e del Lazio, il cui Pil è inferiore a una Regione come quella della Lombardia. Non tutti i cittadini hanno pagato quello che dovevano allo Stato, contribuendo a impoverire le casse pubbliche. In sostanza: mentre le aziende sono andate via e hanno chiuso, mentre le famiglie si impoverivano, anche lo Stato è diventato più povero e nulla è stato fatto, nel frattempo, per efficientarlo. Il risultato è stato che a livello centrale si è chiesto un impegno maggiore al Comune che non è mai stato in grado di dare. Non è solo un problema amministrativo ma sociale. C’è da rifondare una comunità. E, certo, non possiamo fare come nel passato – anche quello recente – quando bastava mettere un cerotto al bilancio, votarlo, ed essere tutti contenti. Qui bisogna sanare, bisogna prendere di petto il male che colpisce questa città da decenni. Dobbiamo colmare un gap digitale, sociale, di infrastrutture. E come in ogni buona famiglia, prima di farlo dobbiamo risanare tutto il pregresso. Sarebbe assurdo, con le tante necessità che abbiamo, non cogliere l’opportunità del riassetto finanziario, conosciuto come ‘dissesto’. Termine brutto, è vero. Qualcuno lo associa al fallimento, qualcun altro alla sconfitta della politica. Non è così. Da quando abbiamo proposto questo percorso, non facciamo altro che confrontarci col ministero dell’Interno. I commissari non cancelleranno la politica ma la aiuteranno a far risanare i conti. Quelli del passato, beninteso. Sì, perché per il presente e il futuro la responsabilità continuerà ad essere la nostra. Ma vogliamo continuare a vederci chiaro. Vogliamo capire anche chi ha permesso questo stato di cose. Vogliamo capire perché per decenni ha imperversato questa ‘politica del cerotto’ sul nostro bilancio, senza avviare una economia virtuosa. Lo dicevamo prima, da movimento, e lo diciamo ora, da forza di governo. E’ in un momento come questo che la città dovrebbe unirsi e riflettere. Noi non siamo quelli dei palliativi, delle soluzioni tampone. A forza di tamponare abbiamo visto bene dove siamo arrivati”.
“Oggi i dipendenti comunali, che ringrazio per l’impegno quotidiano, stanno collaborando proprio per cercare di disegnare un futuro concreto – conclude – Stanno lavorando convinti che le cose debbano cambiare: sono per noi fondamentali per ripartire. Con il dissesto si apre una via nuova. Possiamo progettare e mantenere quel percorso che abbiamo promesso. Ciò, a cominciare dall’edilizia contrattata, sulla quale non bisogna perdere tempo. E avviare e concludere la questione Salzare, facendo finalmente chiarezza e mettendo un punto. Come vedete sono temi di cui si discute da anni. Ma che nessuno è mai riuscito a concludere. Non è il momento di fare la lista della spesa, ma fare in modo che i conti siano in salute. Solo con questi in regola una vera famiglia può continuare a sorridere”. I numeri dello stato economico saranno illustrati questa sera alle 18 nella sala consiliare “Sandro Pertini” di via Laurentina.