Torniamo ad occuparci del caso di Viale Forlì, una strada ben nota ad Ardea e non soltanto, recentemente, per l’ultimazione dei lavori alla pista ciclabile, quanto piuttosto per la piaga dell’abbandono dei rifiuti e dell’inquinamento ambientale. Certo, rispetto al passato la situazione è migliorata ma ancora oggi, lungo il fosso che costeggia proprio il percorso ciclo-pedonale, l’allarme ‘mondezza’ resta una criticità risolta soltanto parzialmente.
Recentemente, c’è da dire, il Comune di Ardea è intervenuto asportando la maggior parte dei rifiuti presenti mentre altri, come torna a denunciare oggi l’Associazione Rivalutiamo Marina di Ardea, è ancora lì: alcuni sono coperti da teli, altri sono ancora visibili purtroppo tra la vegetazione, altri ancora sono ricoperti dall’acqua. Per questo il messaggio lanciato dai cittadini all’ente è chiaro: serve una bonifica completa e in tempi rapidi, soprattutto – altro elemento emerso in queste settimane – in virtù delle analisi svolte dall’Arpa circa lo stato di salute delle acque.
Il caso di Viale Forlì ad Ardea
Il primo esposto, dopo le tante segnalazioni inoltrate dai cittadini negli anni, risale al gennaio scorso. L’Associazione aveva inoltrato la comunicazione a vari Enti, tra cui Comune, Prefetto, Arpa e Consorzio di bonifica, segnalando lo scriteriato accumulo di rifiuti lungo il fosso e nell’acqua arrivato a tal punto da comprometterne il deflusso (Corriere della Città, ed. cartacea, febbraio 2023). Il tratto in oggetto è quello da Via dell’Idrovora fino al fosso successivo, in direzione di Via Firenze: qui era stato trovato di tutto, dalle vernici, agli elettrodomestici, ai più comuni sacchetti e tanto altro materiale anche difficile da identificare.
I sopralluoghi e i campionamenti di Arpa Lazio: “Acque contaminate”
“Tengo a precisare che il Comune di Ardea non ha mai risposto alle nostre comunicazioni“, ci spiega la Presidente Anna Leardi. Diverso invece, e positivo dunque, il riscontro di altri Enti come l’Arpa, con quest’ultima che ha effettuato inizialmente un sopralluogo nell’area riscontrando la presenza “di carcasse di elettrodomestici, secchi presumibilmente di vernice, plastiche di vario tipo, pneumatici, diversi sacchi ripieni di materiale di varia natura e delle lastre che sembravano essere di Eternit”, prima di prelevare, a maggio, dei campioni per verificare lo stato di salute delle acque.
E proprio l’Arpa, nei giorni scorsi, ha comunicato i risultati di queste analisi.
“Relativamente ai risultati analitici (prelevati precisamente lo scorso 12 maggio), si rileva che il campione presenta una elevata concentrazione di solidi sospesi totali e di nutrienti sotto forma di composti dell’azoto e del fosforo. Sono presenti diversi metalli, tuttavia quelli normati dal D.Lgs 172/15 sono inferiori ai limiti di legge. Si riscontra altresì una elevata concentrazione di batteri di origine fecale“.
Parola all’esperto
L’Associazione, ancora, si è rivolta ad un esperto in materia per fargli leggere i dati: “Quello che emerge a mio avvio dalle analisi di Arpa – spiega Aldo Garofalo, chimico impegnato in questi mesi, tra gli altri, nella battaglia contro l’inceneritore di Roma con il Comitato No Inc. – è una notevole contaminazione batterica fecale da Escherichia ed Enterococchi. Per i metalli in alluminio si superano i limiti previsti per le acque in corpi idrici superficiali. Anche il ferro è presente in quantità notevole e in ordine di decrescente il manganese e benché siano livelli inferiori ai limiti, considerando che quell’acqua finisce mare, l’inquinamento che immette è rilevante“.
“L’area va bonificata”
Da quanto emerso insomma, lungo il fosso la problematica sarebbe duplice. Da un lato l’annoso tema dell’inquinamento di fossi e mare che coinvolge, com’è noto, altri tratti del Comune di Ardea (anche per ciò che arriva dai Castelli), dall’altro lo specifico “apporto” dei rifiuti di vario genere sversati lungo il corso d’acqua i quali, chiaramente, continuando a stazionare nell’acqua, inevitabilmente nel lungo periodo contribuiranno ad aumentarne lo stato di rischio.
In tal senso, dunque, ben venga l’intervento del Comune di Ardea che, da quanto si apprende, nei giorni scorsi – e comunque a distanza di mesi dall’esposto presentato dall’Associazione – è intervenuto rimuovendo, come emerso anche nell’ultimo Consiglio Comunale del 31 luglio scorso, gran parte dei rifiuti presenti; allo stesso tempo però serve fare di più: “Le foto scattate il 30 luglio testimoniano che tantissimo materiale giace ancora nel fosso, dentro l’acqua e lungo gli argini, comprese delle lastre coperte da un semplice telo e circoscritto da un comune nastro bianco/rosso“, puntualizza Anna Leardi. “Serve agire con urgenza visto i risultati delle analisi dell’ARPA che evidenziano la presenza di metalli e batteri nocivi per la salute dei cittadini”.
L’Amministrazione di Ardea, da noi interpellata per conoscere gli eventuali tempi per i nuovi interventi, al momento ha preferito non rilasciare dichiarazioni.