È in uscita il romanzo “In Aeternum”, dell’autrice locale Silvia Matricardi. Una narrazione in bilico fra storia, archeologia, leggenda ed immaginazione, ambientata tra Roma, Anzio ed Ardea, fra l’anno 38 ed il 2040. Il nuovo romanzo della giornalista di Ardea parte da un evento storico misterioso, realmente accaduto nel 1484 a Roma, sulla Via Appia e ne offre una fantasiosa spiegazione, sconfinando nel mito.
Giulio, ossessionato dal fantasma della Fanciulla della Via Appia, chiede aiuto a Clarissa, una psicologa tanto qualificata quanto aperta ad ipotesi di lavoro alternative. Scopre così di dover annullare una maledizione vecchia di duemila anni, lanciata contro la bellissima ragazza che turba il suo sonno, l’imperatore Nerone ed il misterioso Simon Mago.
A chi apparteneva lo straordinario cadavere rinvenuto sulla Via Appia nel 1484? Come riuscì quel corpo a preservarsi intatto per più di quattordici secoli e dove è stato occultato? Per quale motivo il suo fantasma infesta il casale di Santa Maria Nova ed i sogni di Giulio?
Quali collegamenti ci sono con l’imperatore più controverso della storia?
E Simon Mago, fu davvero il precursore dell’Anticristo?
Perché queste tre anime non trovano pace?
“In Aeternum” è una storia d’amore e di odio, di vita e di morte, di fantasmi e di magia, di calunnie e di faticosa ricerca della verità. Vi troviamo un Nerone inconsueto, vivo e vivido, fotografato nella sua dimensione umana di visionario incompreso e rivalutato nel suo essere stato un grande statista, vittima di duemila anni di calunnie.
«”In Aeternum” si snoda come avvincente trama di un romanzo ad inchiesta, tra le note del fantasy più ardito e quelle del romanzo storico documentato, circostanziato. Si crea un’armonia di generi che non sgomitano per farsi strada ed avanzare l’uno sull’altro, ma si fondono in un nuovo genere, il fantastorico di Silvia Matricardi – commenta il professor Andrea Giuseppe Graziano, nella sua prefazione – è un’aggraziata danza ad anello tra Storia, Mito, Ideale e Dimensione Fantastica: il lettore ne trarrà anche il beneficio di profondo rasserenamento dell’Anima.»
«È una condizione di esposizione progressiva allo spazio qualificato del racconto – prosegue il professor Graziano – quella che consente al lettore di entrare in qualche modo negli ambienti, scrutare le iscrizioni, le prove, i reperti osservati grazie al particolare “fuoco narrativo” che la scrittrice dona attraverso parole semplici e chiare, essenziali come l’acqua buona di Roma, per procedere nel vitalismo della storia.
Ed è in tal senso che Silvia Matricardi acquisisce il merito più significativo, guadagnato sul campo, nella battaglia per la scelta del linguaggio, delle parole più adatte per “far vedere” al lettore, coi suoi occhi, tante meraviglie: si tratta di una speciale grazia illuminante, che ha saputo rendere la Storia un’avventura; proprio la narrazione storica, quella che solitamente sconforta i giovani studenti di liceo, per la quantità degli elementi, per le inserzioni di variabili complesse, per la collocazione di dati, diviene qui un’arte del racconto che danza per la bellezza con i connotati storici elevati al sublime ideale e fantastico.»