I cani uccisi ieri ad Aprilia, a colpi di balestra, sono stati colpiti negli organi vitali.
Questo risulta dall’esame eseguito dal dottor Salvatore Lax, direttore sanitario della Clinica Veterinaria omonima e che opera in Aprilia anche come pronto soccorso h24.
Lax ha ricevuto uno dei due cani feriti gravemente a Campoverde di Aprilia, trovando il corpo dilaniato da quella punta di dardo capace di atterrare un cinghiale.
A nulla sono serviti gli interventi clinici: il cane è morto dopo una lunga e dolorosa agonia.
“Sono stati colpiti proprio con l’intento di ucciderli: la punta della balestra che io ho estratto ha percorso buona parte del torace, perforando polmone fino a raggiungere le viscere.”
Dottore, lei esclude che si tratti per esempio di un contadino stanco di veder invasa la proprietà e voleva spaventare le bestie? “Si, lo escludo perchè i cani sono di proprietari differenti, che tuttavia, hanno la possibilità di uscire dai propri confini.”
Gli animali sarebbero tre, ma uno è riuscito a sopravvivere. Si tratta di cani di proprietà della zona di Via del Giglio, per la precisione.
Dalle dichiarazione, l’ipotesi è di un soggetto che vaghi per le campagne di Campoverde, con un’arma atta alla caccia al cinghiale in macchina, e incappando nei cani li usi come bersaglio viventi.
La balestra, inoltre, richiede la denuncia presso le autorità giudiziarie.
Si tratta di un’arma bianca molto potente e pesante e richiede una certa prestanza per azionarla con disinvoltura e precisione, quindi esercizio.
Quando l’episodio si ripete diventa seriale.
La cosa che preoccupa di più è la motivazione che possa spingere ad atti violenti simili e che quest’ultimi non travalichino in atti ancor peggiori, come invece risulta da diverse indagini psico-analitiche svolte e conclamate da i più importanti istituti del mondo.
Purtroppo, al momento ancora non risultano denunce dei proprietari nella locale caserma del Reparto Territoriale di Aprilia, e, quindi, non vi sono indagini in corso.
Marina Cozzo