Pasqualino Nuti e Adele Cionti sono davvero una coppia inossidabile.
Ben 60 anni di matrimonio, portati magnificamente.
Erano studenti quando si sono fidanzati ma la loro unione è ancora ricca e solida.
Pasqualino, nato a Morcone (Fi) il 12 aprile 1934, giunto ad Aprilia nel ’40, ha vissuto la sua distruzione e la sua resurrezione, divenendone attore tra i protagonisti, con il padre Assunto e il fratello Franco.
Frequentò le scuole elementari ad Aprilia per proseguire le scuole medie a Nettuno. Per l’ultimo anno, l’istituto dava un indirizzo all’avviamento commerciale.
Fu qui che Pasqualino conobbe la sua Adele.
Avevano 16 anni ed erano belli e pieni di vita.
Lina (così la chiamano tutti) era nata a Caserta il 23 luglio 1934, ancora piccolissima si trasferì a vivere ad Asmara, con i suoi genitori e fratelli (Armando, Vittorio e Lucia), per poi far ritorno a Caserta qualche anno dopo. Da Caserta giunse ad Aprilia e venne inserita nell’istituto frequentato da Pasqualino.
E scoccò il colpo di fulmine!
Si scambiarono il loro primo bacio di fianco al Monumento ai Caduti. Era buio, lì e oltre non vi era che campagna: una distesa infinita verde e rigogliosa.
A diciotto anni il giovane Pasqualino partiva militare. La sua abilità nel calcio si fece notare al punto che l’esercito lo voleva ingaggiare. Ma lui, per non allontanarsi troppo da Aprilia, anzi dalla sua Adele, declinò qualsiasi allettante proposta sportiva.
Quante lettere si sono spediti i due fidanzatini: una al giorno (ancora le conservano).
Tornato militare, lui si arrangiava con qualche lavoretto; spesso accompagnava Bernardino Tofani per il frazionamento dei terreni.
Esistenze difficili per i figli della Seconda Guerra Mondiale; vite caratterizzate dal sacrificio, dalla paura, dagli stenti.
Poi, l’opportunità di entrare nella Cassa Rurale e dell’Artigianato (l’attuale Bper). Erano due impiegati: lui cassiere e Salomone, il direttore.
Intanto Adele veniva assunta come segretaria personale di Pietro Sada, presso la Simmenthal. A lei piaceva il suo lavoro e l’idea di essere indipendente economicamente.
Convolarono a nozze il giorno 16 aprile 1959, nella Chiesa di San Michele.
Da lì, si dipartì un corteo di gente festosa (fatto anche di non invitati) per raggiungere fino la trattoria di Checco (cognato di Zì Elena), in via degli Aranci.
Il loro viaggio di nozze lo fecero in treno, visitando tutta l’Italia.
Erano vite nobili, pregne di senso dell’onore, di rispetto e di amore.
Cibandosi di questo amore e del forte senso della famiglia, arricchirono la loro unione con tre figli: Rita, Roberto e Paola.
Il palazzetto a Largo Marconi è sempre stata la casa di Nuti. Distrutto dai bombardamenti, venne sostituita da una di quelle baracche acquisite dall’Aeronautica Militare di Pratica di Mare, per dare rifugio agli sfollati. Venne ricostruito e da allora Pasqualino ha sempre vissuto lì, accogliendo il susseguirsi di generazioni dei Nuti.
Il segreto dell’inossidabile ed esemplare unione dei due coniugi, a 85 anni di età? “Pazienza, reciproco rispetto e senso della famiglia!”, ci spiegano durante l’intervista.
Ora che sono nonni di 6 ragazzi e bisnonni di quattro frugoletti trascorrono la loro vita con diversi impegni sociali importanti.
Pasqualino ha perfino pubblicato un libro “Aprilia, i giorni della guerra… E gli occhi di un bambino”.
Ora, vederlo passeggiare a braccetto con la sua Adele per la Piazza Roma è un piacere per il cuore, pensando a quante cose hanno visto i loro occhi ancora vispi, desiderosi di vita e di amore.
E’ proprio il caso di dire “Viva gli sposi!”
Marina Cozzo