“A te, condottiero delle Angeliche Milizie, si eleva fiduciosa la preghiera quanti, serrati nei ranghi della Polizia Italiana, Ti acclamano loro Patrono, mentre ti invocano celestiale animatore dei loro propositi e illuminato consigliere della loro sollecitudine vigilante.
“Tu, che avesti da Dio il compito altissimo di fugare gli spiriti tenebrosi… fra i suoi cittadini concordia, onestà e pace. E fa che essi rechino dovunque un lievito ardente di una umana fraternità…
“Oh, San Michele Arcangelo, Tu che porti nel tuo nome stesso il grido insopprimibile della fedeltà e obbedienza alle nostre menti, vigore ai nostri voleri, onestà agli affetti nostri per la serenità delle nostre case, per la dignità della nostra terra”. (Preghiera della Polizia di Stato al protettore San Michele Arcangelo.)
Oggi, 29 settembre, si celebra il patrocinio spirituale di Aprilia, attraverso la Festa di San Michele Arcangelo.
La città è tutta in fermento in questi giorni, fino a chiusura dei festeggiamenti che è sempre fragorosa e luminosa con i fuochi d’artificio.
In tanti si affaccendano, a partire dall’amministrazione comunale, alle associazioni con i salotti culturali e altre manifestazioni, fino a Infioritalia, con il tradizionale immenso mosaico di fiori che colora Piazza Roma, in prossimità del mastodontico palcoscenico pronto di luci e strumenti per accogliere artisti famosi e non.
Proprio dall’infiorata, eseguita nottetempo da volontari è venuta la riflessione su come mai la scelta di questo santo e non altro come custode delle terre apriliane e delle sue genti.
Intervistando diverse fonti storiche cittadine, non si è giunti alla reale motivazione, ma tra i pensieri espressi quello che trova suffragio almeno sentimentale è che l’Arcangelo che insorge contro Satana e i suoi satelliti, sia insorto contro l’inferno della Palude Pontina, delle zone insalubri, della malaria, schiacciandole e definitivamente annientandole.
Argomentando questo, tuttavia, viene anche da pensare alla statua, eretta nel 1936 da Venanzio Crocetti, a compimento della realizzazione della città di fondazione.
La Seconda Guerra Mondiale rase quasi al suolo il piccolo borgo, e colpì e ferì anche l’imponente scultura bronzea, senza tuttavia abbatterla!
Come ci racconta la raccolta fotografica, che si tratti di un piccolo miracolo lo può pensare sia un religioso sia un ateo!
A seguito del bombardamento, infatti, l’opera più antica e importante della città si presentava solo priva di un pezzo della coda del drago, colpita da schegge di bombe e proiettili con una vasta presenza di fori che furono mantenuti per lunghi anni.
Nel 1991 fu realizzato il restauro conservativo della statua con interventi di rinforzo all’interno, ma al momento della rimozione della statua, Crocetti che aveva deciso di seguirne il restauro scoprì nuove lesioni.
Lo scultore era insoddisfatto del restauro avvenuto e decise nel 1995 di ricercare il modello nel proprio studio-laboratorio e di intraprendere su di lui il lavoro di recupero.
Durante la preparazione dell’opera l’artista marchigiano ebbe un incidente: cadde dalla scala sulla quale lavorava e si salvò solo aggrappandosi alle ali che lo sorressero e lo salvarono, considerando l’altezza dei tre metri, da una possibile morte facendo nascere in lui una devozione particolare verso il Santo che lo legò fortemente all’opera da lui realizzata e, certamente alla città che la ospita e venera.
Quella preghiera della Polizia di Stato pare racchiuda il comune spirito dei cittadini apriliani, quelli più anziani e meno, che annualmente si ritrovano insieme attorno ad essa con funzioni religiose e laiche per rendere un ringraziamento a quell’uomo alto tre metri, dalle magnifiche ali e con l’armatura da guerriero, dall’espressione determinata nell’impugnare l’invincibile spada che ha sgominato il male per ben due volte dalla città di Aprilia.
Marina Cozzo