Quasi un anno e mezzo buttato al vento: oggi l’amministrazione Terra è tornata alla procedura proposta a maggio del 2017 (che all’epoca respinse con un documento contro l’assessore all’urbanistica) per risolvere i disagi dovuti all’isolamento di Casello 45. La soluzione proposta dall’amministrazione Terra per risolvere il problema dell’ “isolamento” di Casello 45 è tardiva e pure costosa. Se si fosse intervenuti per tempo si sarebbero risparmiati soldi e i cittadini non avrebbero dovuto subire tutti questi disagi. Le attività commerciali stanno chiudendo in un borgo che da novembre 2017 è rimasto isolato per consentire i lavori di costruzione del sottopasso ferroviario al fine di eliminare il casello. Lavori che si sono fermati ora per una serie di problemi tecnici e burocratici giunti in corso d’opera e che, comunque, era prevedibile immaginare. I residenti rischiano di rimanere in queste condizioni per qualche anno. La soluzione prospettata dall’amministrazione Terra, ossia il prolungamento di via Vesuvio arriva molto tardi e tra l’altro è diventata costosa. In questi anni l’assessore ai lavori pubblici Mauro Fioratti Spallacci ha partecipato alle conferenze dei servizi per la cantierizzazione dell’area e non è riuscito a programmare un intervento alternativo tempestivo. La soluzione adottata oggi dall’amministrazione Terra, ossia il prolungamento di via Vesuvio, era stata già ipotizzata a maggio del 2017. Siamo ritornati all’opzione illustrata in commissione urbanistica che è stata bocciata dalla maggioranza stessa con un documento contro la proposta dell’assessore all’urbanistica. L’intento era finalizzato ad aprire la strada che era la questione più urgente ed importante in virtù anche dell’assenza di un piano alternativo sulla viabilità nel progetto delle Ferrovie. Con 800 metri di prolungamento di via Vesuvio fino al collegamento con via La Gogna si sarebbe risolto il problema della viabilità e del collegamento di Casello 45 con la Nettunense. La bocciatura da parte della maggioranza Terra di questa proposta è stata miope perché comunque era perfettamente consapevole che, respingerla, avrebbe comportato la chiusura di quel nucleo abitato con una lista infinita di disagi per i residenti e perché ora è dovuta tornare indietro urgentemente sui suoi passi per non far morire un nucleo abitato. Se fosse stata approvata a maggio 2017 questa soluzione avrebbe permesso l’immediata cessione senza procedura di esproprio di circa 6 mila mq da parte del privato per uso strada, la disponibilità del proponente privato di cedere 200 mq ad uso del quartiere e, in aggiunta, un sottopasso pedonale per accedere dal parcheggio privato (Tomei) direttamente ai binari senza più attraversare la Nettunense. E’ un peccato che dopo varie vicissitudini e trattative con il privato si sia perso quasi un anno e mezzo di tempo per constatare oggi che siamo tornati a quella procedura.
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Giusfredi e l’isolamento del Casello 45 “la soluzione proposta dall’amministrazione Terra è tardiva e costosa”
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