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“Eredità del Novecento” domani a Latina forum e mostra sulle Città di Fondazione e nuovi paesaggi

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Le culture del Novecento tra città di Fondazione e nuovi paesaggi urbani tra passato e futuro”

Il Forum organizzato dall’Ordine degli Architetti di Latina, dall’Istituto Quasar e l’associazione Orizzonti del Novecento Europeo si terrà il 18 Aprile 2018 presso il Conservatorio di Latina 

L’eredità del Novecento, le città di fondazione, ma anche le prospettive future di questi centri urbani, la loro conservazione e il loro sviluppo e una profonda riflessione sulla cultura del periodo in uno dei luoghi in cui si è concretamente rappresentata, saranno al centro della giornata culturale che si terrà il 18 Aprile, presso il Conservatorio di Latina.

Musiche del periodo, poesia, letteratura, una mostra, e soprattutto interventi e dibattiti sulle città di fondazione tra passato e futuro, si snoderanno nell’intera giornata dedicata al Novecento che avrà inizio alle ore 9.00 e terminerà alle ore 18.00. 

Il Forum si aprirà con un momento musicale, gli ospiti potranno ascoltare delle registrazioni del Novecento, brani selezionati dagli studenti del Conservatorio di Latina a commento della proiezione d’immagini delle città fondative e dei nuclei romani. Seguirà una tavola rotonda dal titolo: “La cultura del Novecento e i nuovi centri fondativi tra Roma e Latina”.Latina/Littoria, Sabaudia, Pontinia, Aprilia, insieme alla bonifica dell’intero Agro e alle architetture dell’epoca sono una testimonianza di grande rilievo, ma al centro del dibattito ci saranno anche le altre realtà laziali “eredità” del Novecento: Pomezia, Guidonia, Colleferro e, interpretandolo come una fondazione urbana, anche il quartiere EUR. La loro storia, la loro conservazione, i problemi attuali e le loro prospettive future saranno al centro dell’incontro e forniranno ulteriori elementi di riflessione sulla cultura del Novecento e sulla nostra cultura contemporanea. 

L’intensa giornata proseguirà con singoli interventi di prestigiosi relatori che si occuperanno delle singole città di fondazione, tra questi: il prof. Vieri Quilici, il prof. Francesco Montuori, il prof. Maurizio Morandi e la professoressa Daniela De Anngelis. 

Al termine dei lavori, alle ore 17.30, si terrà il concerto di Maria Paola Manzi con musiche di MalipieroCasellaRespighi e sarà inaugurata la mostra di artisti contemporanei: KZ-SK Konzentration – Tragedie e leggi razziali 1938-2018. I partecipanti potranno assistere alla performance sonora di Simone Pappalardo e alla lettura di poesie tratte da “La Favola dell’Autunno” di Nello Rosolini, dedicate al ricordo dell’esperienza vissuta dall’autore nei lager nazisti negli anni di guerra 1943-45.

Il forum dedicato all’eredità artistica del “secolo breve” è stato organizzato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Latina, dall’istituto Quasar Design University Roma e dall’associazione Orizzonti del Novecento Europeo, con la curatela dell’arch. Massimo Rosolini, del prof. Benedetto Todaro e del prof. Giovanni Papi.

La giornata culturale intende rilanciare questi centri come “luoghi del contemporaneo” con l’auspicio che dai lavori di ricerca e dalle tesi emerse dagli incontri possano scaturire riflessioni, proposte e collaborazioni da condividere con le realtà locali preposte al governo del territorio.

In questo quadernetto sono riportate soprattutto immagini, perché le parole non potrebbero rappresentare in maniera fedele la realtà. Si tratta dei risultati delle prime ispezioni condotte dalle truppe alleate nei campi di concentramento di Buchenwald, Belsen, Gardelegen, Nordhausen e Ohrdruf. Lager è un termine tedesco che indica campi di concentramentoKonzentrationslager, abbreviato in KL o KZ. Campi di sterminio. (Nella derivazione yiddish meno nota: Konzentration Zenter).KZ Bildbericht aus funf Konzentrationslagern” significa “Racconto per immagini su cinque campi di concentramento”. Il resoconto è solo all’inizio: nel periodo in cui questo libro veniva stampato ogni giorno si scoprivano nuovi lager. L’idea di pubblicare le fotografie di quell’inferno era nata dalla necessità di svegliare le coscienze di tutti quei tedeschi che non avevano potuto o voluto vedere le atrocità commesse dai nazisti e di farle conoscere a tutto il mondo. Immagini che a distanza di molti decenni, sconcertano, irrigidiscono, gelano il sangue, le membra e le ossa solo a guardarle, distogliendo subito lo sguardo. Appunto non ci sono parole e quelle foto documentano in terra una voragine di inferni inenarrabile.

A partire dalla promulgazione delle leggi razziali di cui ricorre l’ottantesimo 1938-2018, i lager nati per “confinare e rieducare” (così diceva la legge), si trasformano in atroci campi di sterminio per tante popolazioni.

Questa proposta espositiva nasce, oltre all’idea di mantenere viva la memoria, di ribaltare e sublimare quegli orrori, senza nessuna retorica, mantenendo la forza il coraggio, oggi come ieri, di formulare gesti e idee ancora possibili. Alcune persone sopravvissute a quell’inferno riuscirono, dopo molto tempo con le loro testimonianze agghiaccianti, a raccontarlo alle nuove generazioni ricordando anche che per mantenersi in vita alcuni di loro tracciavano su carta note musicali, così come qualcun altro incideva con mezzi di fortuna segni su frammenti di carta. La musica così come la scrittura e il segno diventarono una forma di sopravvivenza alimentando la speranza. Lager” in tedesco significa sia “campo” che “magazzino” ed era il luogo dove gli individui, ridotti in miseria, tenuti alla fame e sotto stretta sorveglianza, venivano chiamati “pezzi”. Questa mostra dal titolo KZ-SK Koncentration rivolta a creativi delle arti visive vuole essere oltre l’orrore, oltre la tragedia, oltre l’indignazione, verso una riflessione che catturi l’umano e il disumano di ogni tempo facendo fiorire sulle strazianti nostre labbra un nuovo pallido segno e soffio sonoro. I “pezzi” esposti (di piccole dimensioni), note vitali di altra epoca, riaffiorano magicamente “concentrati” in una “stanza magazzino” quasi tenuti nascosti e lontani alla dilaniante morte. Lì i frammenti, il singulto, la voce strozzata, gli attrezzi casuali per lasciare qualsiasi traccia, l’uso di ogni materiale per aggrapparsi alla vita con le unghie e i denti rinnovano oggi il valore e la dignità della vita e della bellezza. KZ è l’abbreviazione di Konzentrationslagern: i territori di sterminio. SK è l’abbreviazione di Sau Kunst che significa seminare arte. In un suo ideale ribaltamento speculare e prolungamento storico KZ si estende e diviene SK: “seminare arte nei territori dello sterminio”. Questa è il tema della mostra: alcuni semi gettati nella terra degli orrori e rigenerati dalla speranza.

La mostra vede la partecipazione di Simone Pappalardo con una sua perfomance sonora dal titolo: ”Paesaggi contesi”. Preceduta dalla lettura di alcuni brani tratti dal volume “La Favola dell’Autunno” di Nello Rosolini. Le poesie fanno parte di un capitolo dedicato alla sua esperienza nei campi di prigionia di Germania, Polonia e Prussia Orientale, 1943-45.

Giovanni Papi

 

 

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