E’ destinata a suscitare molte polemiche la richiesta di autorizzazione per un impianto per lo stoccaggio di rifiuti presentata dalla Società Ecosicura ad Aprilia, in località Colli del Sole nei pressi di Casa Lazzara. Si tratterebbe di un deposito di residui innocui derivanti da impianti di trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti.
Su questo tema fa sentire oggi la sua voce Aprilia in Prima Linea che ha presentato nei giorni scorsi una richiesta formale d’accesso agli atti alla Regione Lazio. “Sulla scia di quanto già fatto ufficialmente presso la Regione Lazio dalla Consigliere Carmen Porcelli, abbiamo provveduto attraverso l’invio di una pec ad effettuare anche noi formale richiesta di “Accesso agli atti” in relazione alla questione della discarica di Casalazzara”, fanno sapere i portavoce del movimento Campilongo e Farina.
APL attacca contestualmente le istituzioni che hanno trasformato la città di Aprilia nel tempo in “serva” della “lobby dei rifiuti” nonché, rincara il movimento, nella discarica di Roma, come “testimonia il continuo via vai di camion sulla Pontina”.
“Sono anni che andiamo ripetendo che esiste una situazione talmente grave per cui è ora che la città si difenda da sola, attraverso una levata di scudi di tutti coloro che hanno la libertà di poterlo fare. La libertà non è una cosa da tutti infatti, saranno ben pochi i gruppi politici locali in grado di poter andare oltre le posizioni di facciata, buone solo per cercare di salvare la faccia”, scrive ancora Apl.
E ancora: “Aprilia in Prima Linea è fiera di aver scelto la sua parte di barricata in questa battaglia e farà di tutto per impedire che altro degrado, altre malattie e altri scempi ambientali si verifichino nella nostra città. Noi siamo pronti a difendere il nostro territorio mettendoci metaforicamente dietro a sacchetti di sabbia e con il fucile carico. Il territorio di Aprilia è stato occupato militarmente dalla lobby dei rifiuti, e sfidiamo chiunque a dire il contrario, vista la presenza di otto siti legati al ciclo dei rifiuti. Se ci fosse stata la volontà politica si sarebbero negati i permessi per insediare questo tipo di aziende, si sarebbero fatti controlli seri e accurati sia sulla salute che sulla parte amministrativa, e in tal modo si sarebbero definitivamente bloccate tutte le eventuali nuove richieste. Dal punto di vista ambientale abbiamo la memoria troppo corta e tendiamo a dimenticare in fretta. Che cosa è stato fatto in questo lasso di tempo ad esempio sulla cava di Via Corta? Che fine ha fatto il famigerato ed inutile “studio epidemiologico” pagato con soldi pubblici quando i dati sull’incidenza tumorale sul nostro territorio già ci sono e testimoniano l’emergenza? Che cosa è stato fatto in tema di mappatura di tutti i depositi di rifiuti sparsi nel nostro territorio? E sulla differenziata e le aziende che realmente trattano i nostri rifiuti? E perché dopo anni di nostre richieste non è stato nemmeno approvato uno straccio di regolamento sulle emissioni di fumi in atmosfera, ciò in palese violazione della normativa nazionale e comunitaria? Tutte domande che non avranno compiuta ed esaustiva risposta fintanto che alla guida della città ci saranno coloro che hanno permesso la devastazione del territorio”, conclude il Coordinatore Emanuele Campilongo.