La presidente dell’associazione culturale Un Ricordo per la Pace scrive al Presidente dellla Regione Nicola Zingaretti per ottenere un’area museale, in Aprilia, dove esporre la vasta collezione di cimeli bellici appartenenti alla sua famiglia.
“Gentile Presidente Zingaretti,
sono Elisa Bonacini cittadina di Aprilia, presidente dell’associazione “Un ricordo per la pace” promotrice di numerose iniziative culturali nonché di una continua attività di ricerca storica rivolta al mantenimento della memoria dei drammatici eventi legati alla prima e seconda guerra mondiale.
Mi rivolgo a Lei, alla sua sensibilità di uomo che nel suo importante mandato ( riportando le Sue parole) ha scelto la cultura quale “fattore di identità, di coesione, di qualità della vita. E di sviluppo”.
Mi rivolgo a Lei perché ho un desiderio, un progetto nato 18 anni. Il mio desiderio è che sia realizzato nel centro di Aprilia un museo civico che accolga dignitosamente la collezione storica di mio fratello Ostilio, scomparso nel 1999. Ho voluto denominare significativamente la raccolta “Un ricordo per la pace”, dal nome di un evento che organizzò a suo tempo Ostilio e da cui ha preso nome anche la nostra associazione.
La collezione è costituita in maggior parte da divise ed equipaggiamento relativi agli eserciti che hanno combattuto ad Aprilia nel 1944, nonché da alcuni cimeli della prima guerra mondiale.
Dopo la morte di mio fratello nel 1999 con la mia famiglia decidemmo di non disperdere i materiali ma di metterli a disposizione gratuitamente della cittadinanza di Aprilia in un’esposizione civica permanente.
Sono 19 anni che la nostra iniziativa non trova piena realizzazione ed io, trovandomi ormai ad essere rimasta unica erede dei materiali storici, sento maggiormente la responsabilità di portare avanti quanto desiderato dai miei genitori.
Mi è d’obbligo a questo punto metterLa a conoscenza della cronologia degli eventi, una piccola odissea che tante amarezze e delusioni ha cagionato, ma che nonostante tutto non vede ancora abbattuto il desiderio di lottare per la piena realizzazione del progetto.
Fu a pochi giorni dal nostro lutto che ci rivolgemmo formalmente all’amministrazione comunale di Aprilia. Dopo oltre 3 anni di attesa nel 2002 venne inaugurato presso l’I.I.C. “Pascoli” un centro di documentazione storica della Città e fu possibile esporre in piccole teche circa 35 pezzi della collezione. Nel 2008 per esigenze scolastiche la mostra venne dismessa, ma le nostre vetrine trovarono accoglienza presso l’auditorium allora di competenza dell’Istituto I.I.S. “Carlo e Nello Rosselli”.
Dopo incessanti nostre richieste il Comune di Aprilia con delibera n.163 del 12 giugno 2012 accettò l’affidamento perenne e gratuito di oltre 300 pezzi della collezione. Si andò così ad ingrandire presso lo stesso locale la piccola mostra preesistente realizzando l’attuale esposizione “Un ricordo per la pace” sul tema prioritario “Aprilia in guerra: La battaglia di Aprilia”. Con patrocinio del Comune di Aprilia e una spesa di circa 20000 euro vennero acquistate nuove teche con relativi manichini. La catalogazione dei reperti, l’allestimento, nonché la progettazione delle teche e quant’altro necessario venne curato gratuitamente dalla mia associazione e da nostri collaboratori. Da specificare che tale sede si riteneva temporanea in attesa di reperire locali nel centro storico di Aprilia (come si evince nella delibera).
Nel 2013 iniziai una ricerca sul padre di Roger Waters, musicista ex ex Pink Floyd, il britannico Eric Fletcher Waters disperso nei combattimenti post sbarco alleato. Grazie all’amico veterano britannico Harry Shindler che coinvolsi nelle ricerche venne individuato in Aprilia il punto di morte. Fui allora promotrice con Shindler di un memoriale dedicato a Eric ed ai caduti senza sepoltura del 1944. La proposta venne accettata dal Comune e nel febbraio 2014 venne inaugurato il monumento nel cortile dell’Istituto “Rosselli” che ospitava la mia mostra sulla Battaglia di Aprilia. La cerimonia ebbe eco internazionale per la partecipazione di Roger Waters. Sembrava quindi a quel punto avere senso il mantenimento in tale sede dell’esposizione.
Numerosi a seguire furono gli eventi culturali che volli organizzare nell’auditorium per valorizzare la mostra, con grandi personaggi del mondo culturale e sportivo italiani tra cui Gianni Rivera, Giordano Bruno Guerri, Nicola Pietrangeli. Molti gli incontri dei ragazzi con testimoni del periodo di guerra ed ex deportati nei campi nazisti, avvalendoci di prestigiosi relatori tra cui il Generale Massimo Coltrinari. Progetti tutti orgogliosamente autofinanziati e che ottennero nel 70esimo della Liberazione e nel Centenario della Prima Guerra Mondiale il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale.
Ma nel dicembre 2016 con il cambio di competenze dell’auditorium ospitante da I.I.S. Rosselli a Liceo “A.Meucci” (a seguito del trasferimento dell’Istituto Tecnico nella nuova struttura adiacente di via Carroceto) arrivò come una doccia fredda la comunicazione del Liceo di rimuovere la mostra, richiesta motivata da esigenze di spazi per “opere legate ad attività teatrali”.
Tale decisione determinata anche dal fatto che il Comune di Aprilia non ha mai provveduto all’adeguamento della convenzione di custodia dei reperti dal Rosselli al Meucci .
È quindi da circa un anno e mezzo che l’esposizione giace in stato di abbandono, oscurata ed addirittura transennata, quasi nuocesse alla salute. Un bene culturale sottratto alla cittadinanza per troppo tempo e su cui il Comune di Aprilia non ha mai effettuato alcuna valorizzazione.
Per stimolare il Comune ad ottemperare all’impegno preso ho formalizzato una petizione per il trasferimento dell’esposizione nel centro di Aprilia. La richiesta presentata in tre blocchi a partire da gennaio 2017 aveva trovato grande consenso popolare con la raccolta di centinaia di firme di cittadini apriliani, tra cui noti professionisti ed imprenditori. Non ho mai ottenuto risposta. Dopo tanta indifferenza, le confesso che ho pensato seriamente di affidare il materiale ad altra Città o Regione che lo sappia apprezzare.
Ma nell’ultimo mese qualcosa si è smosso nelle coscienze. È intervenuta pubblicamente Katiuscia Baldassarre presidente di Circolo PD di Aprilia preparando una mozione per stimolare l’amministrazione apriliana a trovare entro 60 giorni spazi pubblici in zona centrale per ospitare la mostra. La mozione a firma dei consiglieri di opposizione Vincenzo Giovannini, Monica Tomassetti e Carmen Porcelli presentata nel consiglio comunale del 19 aprile scorso è stata approvata. Il Sindaco ha risposto all’interrogazione affermando di avere chiesto qualche mese fa i locali della Regione di via Oleandri, a due passi dalla centrale piazza Roma. Cosa di cui non ero stata neppure informata.
Le scrivo pertanto per chiederle con il cuore di acconsentire tale concessione e se possibile darne conferma quanto prima. Le chiedo per quanto possibile di accelerare le pratiche burocratiche. Sono a conoscenza di un bando della Regione Lazio per nuove tecnologie applicate a Beni e Attività Culturali con scadenza ravvicinata il 31 maggio prossimo. Vorrei tanto che la Città di Aprilia potesse concorrere. Sarebbe un vero peccato perdere questa opportunità che realizzerebbe pienamente il nostro progetto e consentirebbe alla mia città adottiva (sono nata a Reggio Emilia) di diventare una buona attrattiva turistica nonché un luogo di aggregazione per la cittadinanza.
La Città di Aprilia non può attendere oltre la realizzazione di questa che sempre più è un’esigenza di mantenimento della propria identità, delle proprie radici, dei valori tramandati dai pionieri fondatori. Un’ iniziativa che rivitalizzerebbe il centro storico e le attività commerciali che stanno soccombendo vittime dei centri commerciali delle periferie.
Mi domando pure per quale motivo una mostra prestigiosa su cui è stato investito denaro pubblico debba subire tanto ostracismo nella sua valorizzazione. Perché un progetto nato dal basso a favore della collettività non deve trovare piena realizzazione?
Una pena vedere in quelle condizioni reperti di inestimabile valore storico e simbolico: il sacrificio di milioni di giovani uomini provenienti da tutto il mondo, morti a migliaia nel nostro territorio dopo lo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno. I cimiteri di guerra da Anzio a Pomezia ricordano l’alto prezzo pagato da quella generazione. Non sono solo “reperti militari”. Ogni divisa ha in sé una storia umana. Nelle uniformi esposte l’ “anima” di chi le ha indossate ed il cuore di chi le ha conservate con cura nel ricordo dei propri cari.
Non dimentichiamo chi ha combattuto per la nostra libertà.
Oggi mi affido al suo cuore, Presidente.
Chissà se il miracolo, dopo 19 anni di attesa, possa realizzarlo proprio Lei.”