Francesco Guadagnuolo, cultore di Dante, ha interpretato incidendo con la tecnica all’acquaforte la Divina Commedia, in occasione della celebrazione per il 750° anniversario della nascita del sommo poeta ed è diventato subito un evento artistico-culturale. La mostra itinerante in Italia e all’estero vuole celebrare Dante Alighieri con una serie di “lectiones magistrales”, dove parteciperanno vari studiosi della letteratura dantesca. Punto cardine culturale sono le Scuole, come giusto che sia, il luogo dove si apprende la lingua italiana per dare ai giovani la grande statura del genio di Dante, Maestro della nostra lingua, degli alti valori culturali e dell’identità italiana.
Ha scritto Mons. Pietro Garlato: «…Attraverso la maestria del disegno e dell’incisione Francesco Guadagnuolo interpreta il poema dantesco in chiave attuale, rappresentando l’avventura dell’uomo, immerso e spesso sopraffatto dalla Storia, con le sue miserie e le sue grandezze, e nel contempo teso alla ricerca di un valore assoluto, la Fede, che lo avvii verso la trascendenza del Divino, che solo può dare significato alla sua esistenza.
Nelle acqueforti Guadagnuolo rappresenta la folla dei peccatori, sottoposti nell’Inferno a tormenti commisurati ai loro errori: lussuriosi, iracondi, traditori, tiranni, accidiosi, falsificatori, ladri…; accanto a queste figure deformate dal male e dal castigo eterno, ecco gli orrori e le ingiustizie del mondo moderno, la follia delle guerre, l’odio e la malvagità che non cessano di affliggere l’Umanità. Nel Purgatorio i volti riacquistano serenità nell’attesa del riscatto, mentre Dante e Virgilio sono colti in una comune esperienza ascensionale. Infine, negli spazi luminosi del Paradiso, sotto la figura dominante del Cristo e, accanto, quella benevola e accogliente di Maria, l’artista rappresenta la conciliazione degli opposti: il Bene e il Male, l’Amore e l’Odio, la Vita e la Morte. La chiave di lettura proposta da Francesco Guadagnuolo in questa sua illustrazione della Divina Commedia si differenzia da quella comunemente realizzata, in quanto in essa riusciamo a trovare noi stessi, l’attualità del nostro tempo, vivificata da uno spirito religioso, nella consapevolezza che il viaggio di Dante è quello di tutti noi. …».
Ha scritto Mons. Giovanni Fallani: «…La storiografia tradizionale, gli schemi della scuola si modificano davanti a questo processo di revisione dei singoli canti: il pensiero è divenuto arte e immagine, capace di suscitare altri sentimenti e definizioni formali. Emerge la visione di un uomo nuovo, un Dante vivo, che ha una certa fraternità d’intenti con i nostri problemi e che in mezzo ai suoi ambienti e ai personaggi del suo tempo ha stabilito egualmente l’unione con noi, in virtù dell’altra fantasia e della natura misteriosa dell’uomo…».
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Al genio di Dante una mostra itinerante di Guadagnuolo per i 750 anni della nascita del sommo poeta
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