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Il monumento Shoah di Bologna: progetto di un apriliano, Gianluca Sist

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Oggi è stato inaugurato il monumento alla Shoah di Bologna, in occasione della Giornata della Memoria e il progetto porta una firma apriliana: Gianluca Sist.

L’architetto apriliano si è confrontato con architetti di tutto il mondo, ma insieme al suo gruppo composto da presentato dai progettisti trentenni Onorato di Manno, Andrea Tanci, Gianluca Sist, Lorenzo Catena e Chiara Cucina, ha realizzato una idea che risponde “in pieno a requisiti culturali attesi, con una proposta che avrà un impatto immediato sul passante”, come recita il bando di concorso.

Dei 284 progetti arrivati in prima fase, di cui il 70% italiani e il 30% dal resto del mondo, la Giuria ne ha selezionato 4 portandoli alla seconda fase del concorso, per i necessari approfondimenti realizzativi. DI questi 3 hanno completato l’iter presentando la proposta finale.

Il 29 giugno la Giuria presieduta dall’architetto Peter Eisenman si è riunita e ha deliberato il progetto vincitore.

Il tema della memoria doveva privilegiare soluzioni che inducessero la cittadinanza a porsi domande sul senso di questa memoria, senza preoccuparsi di fornire risposte uniche o obbligate. Il presidente di Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, si è manifesta soddisfatto sul risultato raggiunto, oggi primo tassello fondamentale al compimento dell’opera.

L’opera: Il monumento è composto da due blocchi di acciaio, che si corrode all’aria aperta, alti 10 metri uno di fronte all’altro, che convergono fino a lasciare uno spazio stretto al punto da permettere il passaggio di una sola persona. Ai lati, celle vuote che si ripetono a simboleggiare i dormitori dei deportati. L’altra facciata invece è liscia, pensata apposta per riflettere suoni e immagini.

Simbologia dell’opera: “un luogo che racconta la storia e scrive il presente trasformando il ricordo in identità universale. Dall’Olocausto alla Strage di Bologna la memoria unisce la Comunità civile che diventa Testimone del Tempo. La Comunità ebraica bolognese “apre le porte” e condivide i pilastri della sua tradizione: “Ricorda”, “Osserva”, “Andare Avanti” affinché odio e ignoranza non risorgano più,in nessuna forma e contro nessuna cultura”.

Marina Cozzo

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