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Violenza sessuale ad Anzio, il racconto della 18enne vittima degli abusi: ‘Legata e trascinata nella baracca’

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Arrestato il nigeriano responsabile dello stupro di Anzio,

Un racconto agghiacciante, quello che ha fornito agli inquirenti la ragazza 18enne violentata ad Anzio il 12 maggio scorso. Una storia molto simile a quello di una 57enne, vittima dello stesso aguzzino, della provincia di Trapani nel 2016. Insomma, Valentine O. è uno stupratore recidivo e, per la vicenda siciliana per cui ha scontato sette anni di carcere, venne accusato sempre di abusi, lesioni e rapina. Uscito da poco, a maggio scorso ha ripetuto questa condotta e ha stuprato una ragazzina di Anzio. “Ero a terra e mi dimenavo, ma lui continuava a bloccarmi e mi diceva di stare ferma, altrimenti mi avrebbe fatto male. Sentivo mancare il respiro e dopo avergli dato un calcio ho sentito un’ulteriore stretta al collo“, dice la ragazza a chi indaga.

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Una normale giornata con gli amici. Poi l’incubo

L’uomo ha confessato e confermato il racconto dell’adolescente. La giovane era appena scesa dal un bus Cotral sulla Nettunense, dopo aver passato una giornata con gli amici presso un centro commerciale. Ha imboccato quindi una strada sterrata per raggiungere casa. Poi sostiene di essersi sentita prendere da dietro: “Mi ha strappato il cellulare dalle mani e l’ha gettato nell’erba. Con una mano mi cingeva il collo e con l’altra mi tappava la bocca. Ho cercato di urlare. Poi ho perso anche i miei occhiali da vista e da quel momento non ho più avuto una visione nitida“. Questo l’incipit dell’incubo.

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L’aggressore al Gip: “Ho sbagliato e devo pagare. Ma ero ubriaco e ricordo poco”

Il malvivente era scalzo, indossava guanti in lattice, aveva barba scura, mani grosse ed era depilato ma non troppo. Con questi connotati la ragazza ha fornito un accenno di identikit agli agenti. “Mi ha trascinato in una baracca e mi ha fatto mettere in ginocchio. Poi ha preso un laccio nero per legarmi“. Poi sono iniziate le violenze sessuali più pesanti. “Mi veniva da vomitare“, si sfoga. Il nigeriano, vista la resistenza della giovane, a un certo punto ha desistito. Le ha portato via 30 euro e si è dileguato. Nel frattempo però gli inquirenti isolavano il dna dai reperti sequestrati e coincide perfettamente con il suo. “Ho sbagliato e devo pagare. Ma ero ubriaco e ricordo poco”, ha dichiarato di fronte al Gip. Che non ha potuto fare altro che convalidare l’arresto.

 

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