“E’ più di una foto, è una richiesta che attende risposta”.
Così inizia la lettera inviata dai responsabili della casa-famiglia Chiara e Francesco di Torvaianica, che ha ospitato il piccolo di 11 anni abusato da un educatore che lavorava per il Comune di Anzio.
“In 14 anni – proseguono dalla casa-famiglia facendo riferimento agli anni di attività “sul campo”, in contrasto a ogni forma di violenza e di abuso sui minori – di richieste ne sono arrivate, le abbiamo accolte, rispondendo sempre.
Purtroppo, a volte, nonostante il nostro impegno per una Giustizia vera, nella quale crediamo fermamente, accadono cose che non riesci a spiegarti”.
Ci si riferisce proprio alla vicenda passata sotto i riflettori dei media ieri, la condanna a 7 anni dell’educatore.
“Ultimo episodio, ma non si tratta di una fiction – spiegano infatti dalla casa-famiglia – Giovedì 20 luglio 2017, Tribunale di Velletri, Primo grado di giudizio, udienza pubblica. Imputato un Educatore professionale: Massimiliano C.
Sentenza per aver abusato di un minore, che ora è inserito in una delle nostre strutture: “7 anni di reclusione (il PM aveva chiesto 10 anni), condanna al risarcimento delle spese processuali, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione dalle strutture pubbliche e private frequentate da minori”. Questo è solo l’ultimo evento”.
Alla casa-famiglia sono amareggiati ma, nel contempo, determinati a proseguire nella loro opera.
“Da quando lo abbiamo incrociato sulla nostra strada e poi accolto le rivelazioni dei alcuni dei bambini che sono in struttura, il soggetto è stato condannato in svariati procedimenti. Tribunale di Roma: Primo grado di giudizio, udienza pubblica. Condannato a 9 anni per abuso su minore, interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ stato presentato l’appello.
Tribunale di Roma: Primo grado di giudizio, udienza pubblica. Condannato a 5 anni e 6 mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione dai luoghi frequentati da minori.
Indagine svolta dalla Polizia Postale di Roma, successivamente ad una nostra denuncia.
Sappiamo che ci sono altri procedimenti in secondo grado di giudizio, per l’ammontare di anni 15, che aspettano la Cassazione. I dati di fatto parlano da soli. Un giorno uno dei ragazzi coinvolti dichiarava: “Se l’avessero arrestato la prima volta io non stavo qua… E se ci sono altri che non parlano?”.
Possiamo solo andare avanti e sperare, lavorando, che chi commette reati sui minori venga fermato quanto prima”.
Tutte le violenze perpretate dall’uomo sui vari bambini non sono mai state fatte nella casa-famiglia Chiara e Francesco di Torvaianica, che è, al contrario, quella che ha denunciato i fatti dopo aver raccolto le testimonianze e i racconti dei bambini ospitati.