Voleva assomigliare in tutto e per tutto al suo idolo “Scarface“, così William CERBO (36enne di Catania) si era fatto costruire una villa identica a quella del film e un trono con le sue iniziali tale e quale a quello dove si sedeva Al Pacino. Come ci è riuscito? Grazie alle sue numerose attività illecite di natura mafiosa, estese fino al territorio di Roma, Anzio e Aprilia, che glia avevano fruttato ben 32 milioni di euro.
CERBO è attualmente detenuto agli arresti domiciliari e imputato per i reati di associazione mafiosa, estorsione, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta.
Verso le sue attività è scatto un provvedimento di sequestro eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con personale del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma e dei Reparti territorialmente competenti del Corpo, i quali hanno anche disposto l’applicazione a carico di CERBO della misura diprevenzione della sorveglianza speciale per tre anni.
Il Tribunale di Catania, al fine di segnalare l’attuale pericolosità sociale di CERBO William, ha evidenziato come, nel corso del dibattimento che lo vede quale imputato, lo stesso non ha esitato a dichiarare pubblicamente il proprio rispetto per Sebastiano MAZZEI (figlio del boss Santo MAZZEI) reggente della cosca catanese, storicamente legata ai corleonesi, fino all’arresto del 2016.
William CERBO era stato tratto in arresto dalla stessa Guardia di Finanza nell’aprile del 2014 unitamente a 15 persone nel corso dell’operazione “Scarface”. In talecontesto, CERBO era emerso quale elemento di spicco del sodalizio di cosa nostra dei “Carcagnusi”, il clan Mazzei di Santo MAZZEI, in quanto dedito alla gestione di attività economiche e imprenditoriali del clan oltreché delle più classiche attività di estorsione e recupero crediti.
L’operazione, a suo tempo, era stata denominata “Scarface” dato che CERBO era solito emulare il boss Tony Montana del film “Scarface”. Addirittura CERBO si era fatto costruire un trono con sopra riportate le sue iniziali, in tutto e per tutto uguale a quello dove era solito sedersi nel film l’attore Al Pacino.
Le indagini avevano fatto emergere un quadro in cui i proventi delle attività delittuose e delle bancarotte realizzate con metodo mafioso venivano inseriti nel circuito legale attraverso la creazione di una galassia di imprese commerciali, associazioni sportive dilettantistiche (a copertura di bische clandestine) e finanche enti senza scopo di lucro. Ciò avveniva con la complicità di prestanome, familiari e conviventi.
E’ stata quindi avviata una mirata indagine patrimoniale nei confronti del CERBO e del suo nucleo familiare volta a verificare la coerenza del loro tenore di vita nonché del patrimonio posseduto con i redditi dichiarati.
Sono stati individuati molti beni mobili e immobili illecitamente accumulati dalla famiglia CERBO, per una disponibilità complessiva di redditi di oltre 2 milioni di euro rispetto ai soli 80 mila euro dichiarati al Fisco in 14 anni.
Nel corso di tale attività, in una delle società gravitanti nell’orbita dei “Mazzei” sono stati rinvenuti dei bilanci firmati da soci già deceduti da anni.
Il Tribunale etneo ha disposto la confisca di quote societarie di 8 società commerciali (aventi sede a Roma, Catania, Bergamo, Aprilia, Comiso, Palmanova, Buccinasco e Castelfranco Veneto e già in amministrazione giudiziaria in quanto sottoposte a sequestro nel luglio 2016) e 28 beni immobili ubicati in diverse regioni d’Italia (una villa su tre piani con annesso parco a Catania, 2 fabbricati commerciali a Ragusa, 24 appartamenti ad Anzio in provincia di Roma, un terreno di 15.000 mq a Catania in località Paradiso degli Aranci) e riconducibili a William CERBO, il tutto per un controvalore complessivo pari a circa 32 milioni di euro.
Tra gli immobili sottoposti a confisca, dunque, anche la villa di CERBO che, per quanto emerso durante le indagini, il giovane voleva ristrutturare rendendola il piùpossibile simile, anche in questo caso, a quella del film “Scarface”.
Il patrimonio in questione sarà ora affidato all’Agenzia Nazionale perl’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Tra le attività commerciali messe sotto sequestro vi sono anche:
- CIVICO OTTO SRL per il 25% – P. IVA 02273390597 – avente sede ad Aprilia (LT),attiva. Quote intestate a 50% Cianfarani Liana; 50% D’Assero Cirino. Oggetto sociale COMPRAVENDITA DI BENI IMMOBILI EFFETTUATA SU BENI PROPRI (681000);
- AGRICOLA REATINA SPA per il 50% – P. IVA 00872750575; Roma (RM) attiva in fallimento. Quote intestate a D’Assero Cirino Antonio. Oggetto sociale INSTALLAZIONE DI IMPIANTI IDRAULICI E DI CONDIZIONAMENTO (432201).